La Nuova Sardegna

ambiente

Mare pulito, litorali sardi al top in Italia

Mare pulito, litorali sardi al top in Italia

Promossi da Legambiente l'Alto Adriatico e la Sardegna. Bocciati Marche, Abruzzo e Sicilia

15 agosto 2015
2 MINUTI DI LETTURA





ROMA. Gli italiani nuotano spesso in cattive acque: ogni 62 km di costa c'è un punto inquinato, a volte vicino alle spiagge libere, e la colpa è degli scarichi non depurati che attraverso fiumi, fossi e canali si riversano in mare. Ma la Sardegna si conferma al top e nel raffronto tra tutte le altre regioni risulta la vera regina. La Goletta Verde di Legambiente ha navigato lungo tutti i litorali del Belpaese raccogliendo 266 campioni d'acqua, e scoprendo cariche batteriche superiori ai limiti imposti dalla normativa nel 45% dei casi.

A risultare inquinati sono 120 punti, la metà dei quali presso spiagge quasi sempre libere. Il 49%, sottolinea l'associazione, non è campionato dalle autorità competenti, cioè non sottoposto controlli sanitari, e il 38% risulta balneabile sul Portale delle Acque del ministero della Salute, mentre sono solo 14 i punti vietati alla balneazione. Un danno ambientale ma anche economico: «si stima che le sanzioni Ue siano pari 476 milioni di euro l'anno dal 2016 e fino al completamento delle opere».

Legambiente non propone una classifica regionale dell'inquinamento marino. Ma promuove l’Alto Adriatico a Sardegna. Nell’isola le analisi di Goletta Verde, concluse qualche giorno fa, avevano evidenziato 4 punti critici su 47 tratti al centro dei campionamenti lungo 1.850 km di coste. Bocciati Marche, Abruzzo e Sicilia, quest'ultima con 14 campioni inquinati su 26 analizzati.

Una classifica c'è invece sull'illegalità, con 14.542 infrazioni accertate dalle forze dell'ordine e dalle capitanerie di porto per reati inerenti al mare e alla costa nel 2014: circa 40 al giorno, 2 per ogni km di litorale. La Puglia svetta con 3.164 infrazioni, seguita da Sicilia (2.346) Campania con (1.837) e Calabria (1.370). Sulle infrazioni rilevate per km di costa la Campania è prima con 3,9, seguita da Puglia (3,7), Molise (3,1), Liguria (3) e Marche (2,9). Le tipologie di reato, spiega il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, «vanno dalle illegalità nel ciclo del cemento sul demanio marittimo all'inquinamento del mare dovuto a mala depurazione, scarichi fognari, inquinamento da idrocarburi, sversamento di rifiuti di vario tipo, anche se non mancano i casi di pesca di frodo». Contribuisce al quadro più generale la mancanza di un trattamento di depurazione adeguato. Che ancora riguarda il 42% degli scarichi fognari italiani. E che potrebbe costare al governo Renzi una sanzione europea salatissima, come non manca di sottolineare Legambiente.

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative