La Nuova Sardegna

Il racconto del reale Torna il festival del documentario

di Fabio Canessa

VILLANOVA MONTELEONE. Storie che toccano delicati temi sociali. Storie che parlano del passato. Storie che guardano al futuro. Racconti diversi che passano dallo spazio inquadrato dall’obiettivo...

14 agosto 2015
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VILLANOVA MONTELEONE. Storie che toccano delicati temi sociali. Storie che parlano del passato. Storie che guardano al futuro. Racconti diversi che passano dallo spazio inquadrato dall’obiettivo della macchina da presa, della telecamera, e aiutano a capire di più il mondo. È la forza del genere documentario, dove a guidare la sceneggiatura è la realtà. Filtrata attraverso lo sguardo di registi che hanno scelto di raccontare storie usando la vitalità espressiva del cinema. Autori di film come quelli che passano al Festival del documentario che torna a Villanova Monteleone dal 20 al 22 agosto. Il buon successo nelle prime due edizioni del concorso (sezione particolare del Sardinia Film Festival) ha spinto il Comune e il Cineclub di Sassari, rappresentati dal sindaco Quirico Meloni e dal direttore Carlo Dessì, a proseguire nel percorso tracciato.

A contendersi il premio saranno dieci opere finaliste, proiettate nelle sale di Su Palatu. Tra queste “Là suta. La nostra eredità nucleare in un triangolo d'acqua”, documentario di Paolo Rapalino, Daniele Gaglianone e Cristina Monti che racconta la storia del sito nucleare di Saluggia (Comune a pochi chilometri da Torino), dalla fine degli anni Cinquanta fino a oggi. “Eco de femmes” di Carlotta Piccinini che mostra la vicenda di sei donne, i loro sogni e una battaglia per l’emancipazione attraverso il lavoro nelle aree rurali di Marocco e Tunisia. “From Street to Art” di Riccardo Rabacchi, panoramica della migliore street art italiana raccontata attraverso il lavoro di dieci artisti nella prima collettiva mai realizzata a New York. “La pietà del vento”, di Stefano Croci e Silvia Siberini, singolare documentario sul dialogo mai avvenuto tra il poeta giapponese Matsuo Basho e l'architetto italiano Carlo Scarpa. Presenti in concorso anche alcuni lavori di autori sardi: tra questi “Su Battileddu” sul carnevale di Lula realizzato da Cinzia Puggioni, e “Intro e fora 11 storie sarde”, testimonianze - raccolte da Antonio Mannu - di persone, sarde o di origine, incontrate in undici paesi, che raccontano la loro storia e parlano del rapporto con l’isola, della lingua e della nostalgia. Molti saranno i registi presenti a Villanova che incontreranno il pubblico nel centro storico.

Due anni fa ad aggiudicarsi il festival del documentario era stato Riccardo Valsecchi con “Id-withoutcolors”, un video di accusa contro il razzismo istituzionalizzato nella Berlino multiculturale. Lo scorso anno invece il premio era andato a Stefania Donaera, regista cagliaritana trapiantata a Roma, che ha toccato tutti con “Ribelle e ostinata”, documentario girato in Bangladesh su una donna che dopo essere stata sfregiata con l'acido ha trovato il coraggio di reagire e di portare aiuto a chi si trovava nelle sue stesse terribili condizioni.

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