La Nuova Sardegna

Cagliari

I disegni del cinema in mostra al Palazzo di Città

I disegni del cinema in mostra al Palazzo di Città

I bozzetti di grandi registi in una rassegna curata da Giovanni Columbu, Anna Maria Montaldo, Giona Nazzaro

14 agosto 2015
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CAGLIARI. Dall’esperienza pittorica di Marco Bellocchio agli atlanti visivi di Mario Martone o agli schizzi impareggiabili di Ettore Scola, i gesti artistici che precedono la realizzazione di un film sono al centro della rassegna allestita fino al 27 settembre negli spazi del Palazzo della Città. Un percorso che si snoda attraverso l'universo immaginifico, ideativo e spirituale del cinema italiano, portando in primo piano il mondo dei segni (pittorici, grafici o visuali) dei grandi registi italiani di ieri, di quelli oggi più prolifici e ammirati e dei talenti che stanno emergendo.

Intitolata “Il di/segno nel cinema”, la mostra, promossa dal comune e dai Musei Civici di Cagliari, è stata curata da Giovanni Columbu, Anna Maria Montaldo e Giona Nazzaro, che insieme hanno selezionato i lavori, espressioni di linguaggi diversi e peculiari, per indagare l'origine dell'atto creativo, il formarsi dell'idea, e riproponendo in forma inedita il rapporto tra segno grafico e segno cinematografico.

Ecco dunque riunite le pitture, i disegni, le installazioni, gli appunti visivi e talvolta perfino gli oggetti che nel lavoro di alcuni registi come Marco Bellocchio, Giovanni Columbu, Alberto Fasulo, Michelangelo Frammartino, Matteo Garrone, Carlo Hintermann, Pietro Marcello, Mario Martone, Maurizio Nichetti, Stefano Odoardi, Enrico Pau, Franco Piavoli, Ettore Scola, Paolo e Vittorio Taviani, si accompagnano all'ideazione e alla realizzazione dei film o semplicemente alla costruzione di una poetica personale. Sono elaborazioni visive e gesti creativi di particolare interesse, sia perché capaci di assumere un proprio e autonomo valore estetico e narrativo, sia in quanto testimoniano modalità operative che anticipano e si affiancano all'elaborazione filmica o la approfondiscono successivamente.

Si va dall'esperienza pittorica di Bellocchio, che in gioventù ha preceduto quella cinematografica per correre poi parallela e divenire funzionale ad essa, a quella di Franco Piavoli, il quale per molti anni ha trovato nel dipingere un «sublime surrogato all'assenza della macchina da presa». E poi gli atlanti visivi che Mario Martone crea in preparazione di ogni suo film o agli appunti visivi di Alberto Fasulo. ma anche i disegni dei costumi di “Meraviglioso Boccaccio” di Lina Nerli Taviani (affiancati agli stessi abiti di scena) e i rodovetri di “Volere volare”, “Ratataplan” e di altri film di Maurizio Nichetti. Ci sono anche i pastelli a olio di Piavoli o i bozzetti degli effettisti Makinarium per l'ultimo film di Garrone “Il racconto dei racconti”e quelli autografi con i quali Ettore Scola riusciva a delineare con pochi tratti a china e con tecnica e precisione ammirevoli il carattere e l'anima di certi personaggi dei suoi film.

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