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Troppi cinghiali anche in Sardegna, cresce l’allarme

Troppi cinghiali anche in Sardegna, cresce l’allarme

Preoccupazione dopo la morte di un uomo in Sicilia. Troppi esemplari nelle campagne e intorno alle città: pericoli per le persone e per le coltivazioni

09 agosto 2015
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SASSARI. Incidenti stradali, danni alle persone e alle coltivazioni: anche nell’isola è forte l’allarme legato alla presenza dei cinghiali. E dopo quanto accaduto in Sicilia, crescono la polemica e le richieste di interventi rapidi. Dalla Maddalena all’Asinara, dalle zone costiere di Alghero e Stintino a quelle più interne del Marghine, Monte Acuto e del Goceano, da diverse settimane viene segnalata la presenza di numerosi esemplari che si avvicinano pericolosamente alle persone e attraversano strade ad altissima densità di traffico. E, in diverse zone dell’isola, hanno già provocato danni ingenti alle coltivazioni ai quali, in questo periodo dell’anno, non si potrà porre rimedio. È il caso dei vigneti, con l’uva quasi giunta a maturazione per l’imminente vendemmia. Sono recentissime le denunce arrivate dal Marghine in seguito agli ingenti danni subiti da numerosi orti e vigneti, ma anche per gli incidenti stradali provocati dai cinghiali che all'improvviso attraversano la carreggiata.

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Qualche settimana fa una famiglia di turisti, una donna svizzera in compagnia dei tre figli di 11, 10 e 8 anni, ha vissuto una notte di terrore a Caprera, sull’arcipelago della Maddalena. I quattro si erano persi nei boschi e solo dopo diverse ore erano stati tratti in salvo dai carabinieri riusciti a rintracciarli. La donna e i suoi bambini erano terrorizzati proprio per la presenza di numerosi cinghiali.

Di recente la giunta regionale – assessorato all’Ambiente – ha dato il via libera a due piani di contenimento per le aree del parco di Porto Conte e di Buddusò: significa che si potrà procedere all’abbattimento controllato dei cinghiali. Gli abbattimenti si faranno con la collaborazione di volontari delle associazioni venatorie e di personale della Forestale. L'azione prenderà il via al termine della stagione estiva, dopo l'attivazione di corsi di formazione propedeutici e al termine della campagna antincendi Ma gli interventi non sono considerati sufficienti. Amministratori e operatori agricoli chiedono azioni decise, sottolineano di avere più volte denunciato i pericoli provocati dalla presenza dei cinghiali. E giudicano i provvedimenti assunti sinora dalla giunta regionale molto deboli: chiedono interventi risolutivi che portino all’eliminazione definitiva del problema.

Di recente molte polemiche ha suscitato l’approvazione del calendario venatorio, dal quale è scomparsa proprio la giornata di caccia al cinghiale inizialmente prevista il giovedi. Proprio per combattere la piaga dei cinghiali, da più parti è considerato fondamentale aumentare il numero di giornate destinate alla caccia grossa.

Il calendario, che prevede l’avvio della stagione di caccia il 27 settembre e la chiusura il 17 gennaio, è stato riapprovato dopo la prima stesura del 9 luglio e ha fatto insorgere il Comitato faunistico: annunciato un ricorso contro le decisioni assunte – a giudizio dei componenti del Comitato – dall’assessore all’Ambiente in maniera antidemocratica. Ma già a settembre, con un nuovo vertice fra tutti i soggetti coinvolti, il calendario della stagione di caccia potrebbe essere rivisto.

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