La Nuova Sardegna

Il pm: «Più potere grazie agli appalti»

di Enrico Carta
Il pm: «Più potere grazie agli appalti»

Oristano, l’inchiesta sui lavori pubblici affidati “agli amici” Lunedì interrogatorio per il sindaco di Borore e 4 indagati

18 luglio 2015
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ORISTANO. Come il fuoco si alimenta grazie alla legna, così il potere politico del sindaco di Borore Salvatore Ghisu si sarebbe alimentato grazie ai soldi pubblici che consentivano la creazione di clientele che poi l’avrebbero ricompensato al momento del voto. È di questo che lo accusa il pubblico ministero Armando Mammone con l’indagine appena conclusa affidata ai carabinieri della compagnia di Oristano e ai loro colleghi della sezione di polizia giudiziaria. Salvatore Ghisu è finito ai domiciliari assieme a Michele Corda, ex sindaco di Noragugume e presidente del Consorzio industriale della provincia di Nuoro. Per altre tre persone sono invece scattati i divieti di dimora a Borore. Sono Marco Contini, responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, l’ex vicesindaco Antonio Contini e il segretario comunale Giuseppe Mura. Per tutti e cinque, già lunedì ci sarà l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Silvia Palmas. Resta quindi da capire che strategie sceglieranno gli avvocati difensori Gianfranco Siuni, Massimiliano Ravenna, Massimo Delogu e Piero Franceschi.

Ma l’inchiesta non si è fermata a loro e ha poi coinvolto altre otto persone che però, non avendo subito misure di custodia cautelare non saranno sottoposte a interrogatorio. Sono l’agronomo cagliaritano Maurizio Salvatore Cherchi, l’ingegnere selargino Renato Deriu, il sindaco di Nughedu Santa Vittoria, Francesco Mura, nella sua qualità di geometra, il responsabile dell’ufficio tecnico di Nughedu, Paolo Pirri, l’ingegnere Stefano Maoddi, il geometra di Ottana, Luciano Fenudi, e il geometra sedilese, Gianni Alberto Nieddu.

Tutti assieme sono accusati di aver formato una sorta di nucleo che aveva corsie preferenziali per ottenere appalti pubblici. I casi sono molteplici come quello del Piano economico del bosco, pagato duemila euro a Maurizio Cherchi, il quale l’avrebbe ricopiato da quello di Sinnai. Per pagarlo il sindaco avrebbe falsificato una delibera retrodatandola di un anno. Ad Antonio Contini sarebbero stati affidati lavori attraverso il prestanome Antonio Maoddi, metodo utilizzato anche per Michele Corda, il quale poi restituiva il favore affidando ai prestanome incarichi per altri progetti o lavori. Nel caso di Sedilo sarebbe stato però Corda a fare da prestanome perché il geometra Nieddu era cognato dell’ex sindaco.

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