La Nuova Sardegna

Bomba d’acqua in Baronia, 46 indagati

di Kety Sanna
Bomba d’acqua in Baronia, 46 indagati

Sotto accusa l’ex presidente della Provincia Roberto Deriu, amministratori locali, tecnici e dirigenti della Forestale

18 luglio 2015
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NUORO. Il 18 novembre 2013 una terribile bomba d’acqua riempì in pochi minuti il bacino della diga Maccheronis che tracimò immediatamente dopo. Milioni di metri cubi d’acqua si riversarono nell’alveo del rio Posada e gli argini del fiume non riuscirono a trattenerli. Campagne, strade e case di Torpè e Posada furono inondate d’acqua. Quell’evento disastroso determinò la morte di un’anziana donna, Maria Frigiolini, e costrinse centinaia di persone ad abbandonare le proprie abitazioni per trovare salvezza altrove. I danni furono incalcolabili.

Ieri, a distanza di venti mesi, i carabinieri della compagnia di Siniscola, diretti dal capitano Andrea Senes, hanno notificato 46 avvisi di garanzia disposti dalla Procura della Repubblica di Nuoro, dal pm Andrea Vacca, titolare dell’inchiesta, a politici locali, dirigenti del Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale, funzionari del Corpo forestale, direttori tecnici, direttori di cantiere, commissari, collaudatori, ingegneri, progettisti, direttori di lavori che, a vario titolo, sono ritenuti responsabili del disastro. Un’indagine sviluppata su tre direttrici: la prima, progettuale-strutturale che ha portato gli inquirenti a individuare coloro che per condotte, omissioni, produzione di atti, seppur colposamente, per ragioni di imprudenza, violazione di regolamenti avrebbero contribuito a causare i disastrosi eventi; la seconda tesa ad analizzare se e come sono stati svolti nel corso degli anni i lavori di manutenzione, gli interventi gestionali nonché le nuove progettazioni nella diga Maccheronis e negli argini lungo il corso del rio Posada; infine, la terza, finalizzata a verificare se e come la Protezione civile abbia svolto il proprio compito preventivo, e individuare i responsabili del suo malfunzionamento.

Tra gli indagati figurano Roberto Deriu, allora presidente della Provincia di Nuoro, Paolo Porcu e Franco Corosu, assessori alla protezione civile della Provincia, Antonio Gaddeo dirigente responsabile del settore lavori pubblici, strade e protezione civile dell'ente, indagati per: inondazione, frana o valanga, crollo di costruzioni o altri disastri dolosi, omicidio colposo e lesioni personali colpose. In particolare a loro viene contestata l’omissione di istituire il comitato provinciale della protezione civile. Raggiunti dagli avvisi anche l’ex sindaco di Torpè Antonella Dalu e l’attuale primo cittadino di Posada, Roberto Tola, accusati di omicidio colposo, inondazione, frana o valanga, crollo di costruzioni o altri disastri dolosi e lesioni personali colpose. Secondo i carabinieri i due sindaci «non si adoperavano per allarmare ed informare la popolazione del grave rischio, pur in presenza di un allerta di criticità elevata per rischio idrogeologico diramata più di 24 ore prima del disastro».

Nella lunga lista anche l’ex direttore generale del corpo forestale, Carlo Masnata, e l’attuale comandante, Gavino Diana. Ma anche Paolo Botti, direttore generale dell’Ente foreste della Sardegna e Marinella Zizi, responsabile della protezione civile dell’Ente foreste della Provincia di Nuoro.

«Indagini lunghe e complicate – ha detto in conferenza stampa il capitano Senes – che hanno richiesto l’intervento di consulenti tecnici ed esperti in materia di protezione civile. Da parte nostra doveroso dare una risposta ai cittadini».

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