La Nuova Sardegna

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In aprile 3 sindaci finirono in cella

In aprile 3 sindaci finirono in cella

Il sistema di scambi e favori tra il Nuorese e il Cagliaritano

17 luglio 2015
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ORISTANO. La prima “appaltopoli” era stata scoperchiata alla fine di aprile. Primi cittadini, vice sindaci, tecnici comunali e liberi professionisti: il sistema ben collaudato - denominato “la squadra” dagli investigatori - di scambi e favori coinvolgeva diverse amministrazioni comunali del Nuorese e del Cagliaritano. Al telefono decidevano chi doveva partecipare a questo o quell'appalto e chi doveva vincerlo. Per gli sconfitti niente drammi, la volta successiva sarebbe toccata a loro. All'alba del 29 aprile la Procura di Oristano dispose misure cautelari per 21 persone: in cella finirono tre sindaci - Rinaldo Arangino di Belvì, Pierpaolo Sau di Tonara e Federico Palmas di San Giovanni Suergiu. Con loro anche il vicesindaco di Ortueri Pietro Crobu e di Villasalto Francesco Cotza, l'ingegnere Salvatore Pinna, ancora detenuto, due tecnici comunali e due liberi professionisti. Ai domiciliari - insieme a vari tecnici comunali- i sindaci di Ortueri e Villasalto Salvatore Casula e Leonardo Usai e il consigliere provinciale di Nuoro Salvatore Borto, ex sindaco di Desulo. 64 gli indagati per complessivi 44 appalti sospetti.

In cima alla piramide secondo la Procura oristanese c'era il desulese Salvatore Pinna, ingegnere, rappresentante della società Essepi Engeneering di Nuoro. Alle sue direttive secondo le accuse sottostavano sindaci, vicesindaci, tecnici comunali e professionisti. Ognuno aveva il suo tornaconto: i sindaci consensi elettorali, i professionisti lavoravano. La rete consentì al gruppo di spartirsi, in un anno e mezzo, 850mila di soldi pubblici e di scambiarsi favori per 350mila euro. Significative le intercettazioni, telefoniche e ambientali, disposte dalla Procura in seguito alla segnalazione di un professionista escluso dal sistema che aveva deciso di denunciare la squadra.

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