La Nuova Sardegna

«La vita è come un film» Rondelli, tra cinema e poesia

di Walter Porcedda
«La vita è come un film» Rondelli, tra cinema e poesia

Il cantautore livornese domani in concerto alla Casa delle Storie di Soleminis Al via la rassegna dei Cantieri teatrali: incontri con gli artisti e spettacoli

07 luglio 2015
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SOLEMINIS. Tra Ciampi e Fellini. La canzone d’autore e il cinema. I grandi amori di Bobo Rondelli, cantautore di culto dallo spirito libero e libertario. Molto amato dai musicisti. Nonchè dai registi, per cui ha composto colonne sonore. Recitando persino in qualche film, e bene. Con Paolo Virzì in “La prima cosa bella” e, in questi giorni in “La pazza gioia”. Lascerà il set per arrivare domani alla Casa delle Storie dove il Carpe Diem aprirà con il suo concerto (ore 21) i Cantieri teatrali sino al 24 luglio con incontri, residenze d’artisti e spettacoli con fior di attori e registi. Da Alessandro Cevenini a Daniel Dweeryhouse, da Stefano Massini successore di Ronconi al Piccolo di Milano a Silvia Gallerano.

«Faccio solo una scena in questo lavoro di Virzì – racconta Rondelli – orino da un balcone su una donna che mi perseguita. E’ buffo, in passato fui denunciato per atti osceni: avevo fatto la pipì all’aperto. E’ come se dovessi ripercorrere un po’ la mia esistenza. Per il resto so poco di questo film. Preferisco vederlo al cinema, che è una mia grande passione. A legger libri provo fatica ad arrivare in fondo. Un film invece lo vedi seduto al cinema o su un divano a casa. Il libro è un fatto troppo intimo e faticoso. La mia scrittura ovviamente ne risente. E spesso le canzoni è come se fossero brevi film. La mia potrebbe pure chiamarsi poetica visionaria. Cioè, a parole non sono tanto bravo ma riesco a costruire piccole situazioni cinematografiche».

Che potrebbero pure trasformarsi davvero in film.

«Perchè no? Una volta scrissi “Fiori d’asfalto” : ricordava “Taxi driver”.. ma in fondo la vita non è un film? Io cerco sempre e comunque il lato della commedia».

D’altra parte di umanità se ne trova tantissima nell’ultimo album “Come i Carnevali” dove ha avuto la produzione di Filippo Gatti e la collaborazione con Francesco Bianconi dei Baustelle.

«E’ un disco molto vario - spiega il cantautore livornese – in una canzone sono padre, in un’altra, figlio. Chiudo con “Maestro goldszmith”, ispirato da un documentario. E’ la vicenda di un pedagogo, un vero eroe, che, pur potendo salvarsi, decise di sacrificarsi accompagnando i bambini della scuola ai campi di concentramento. Una figura che vorrei far conoscere come il poeta toscano Carnevali partito per gli Stati Uniti e poi dimenticato. Autore di poesie bellissime che ho scoperto per caso». Un cantautore che nel sangue ha anche un grande per la sua città, Livorno e l’opera di un suo figlio, un cantore famoso come fu il grande poeta e cantautore Pietro Ciampi.

«Un provocatore borghese – dice Bobo Rondelli – raccontava ad esempio che il “denaro per te è come il giornale di ieri”. Era uno che aveva molto a vedere con l’anarchia e in qualche modo possedeva quella predisposizione che questa città di Livorno in qualche modo ti consegna».

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