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I vigili del fuoco non bastano, è già caos incendi in Sardegna

di Pier Giorgio Pinna
I vigili del fuoco non bastano, è già caos incendi in Sardegna

Per spegnere le fiamme a Ploaghe viene chiamata la squadra da Oristano. Ma il mezzo che ha 25 anni fonde sulla strada

07 luglio 2015
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SASSARI. Ora sono gli stessi sindacalisti dei vigili del fuoco a lanciare un Sos. «I nostri mezzi sono così vecchi da prendere fuoco da soli». «Squadre di soccorso navali vengono dirottate verso i roghi a terra». «Ci danno acqua da bere razionata persino durante le operazioni di lotta alle fiamme, tanto da costringerci a pagarla di tasca».

La denuncia. «Lo avevamo già detto in tempi non sospetti e adesso vedo che con i primi incendi la situazione sfugge di mano», spiega, con estrema amarezza, il segretario regionale della Fns Cisl. «E da persona responsabile non posso che denunciare pubblicamente quel che è successo – incalza Nino Manca – Ci sono già carenze di ogni tipo e risorse inadeguate. Così, quando ieri sono scoppiati quei roghi vicino a Sorso e a Ploaghe, da Porto Torres è stato spostato nella zona di spegnimento il reparto destinato alle emergenze in mare. Un'assurdità: perché se in quelle stesse ore ci fosse stato un allarme a bordo di un'imbarcazione, di un cargo o di un traghetto, nessuno dei nostri sarebbe stato evidentemente disponibile a fronteggiarlo».

Paradossi. «Stesso discorso per quel che riguarda le forze in campo sul territorio – attacca il dirigente della Cisl – Come si fa a pensare che un'autopompa che parte da Oristano possa intervenire con tempestività per un incendio nella zona di Ploaghe? E che cosa si deve pensare poi se, per di più, quella stessa autopompa ha 25 anni di vita ed è costretta a fermarsi a metà strada perché dopo poche decine di km dal motore esce fumo e il nostro stesso mezzo di soccorso rischia di prendere fuoco?».

Fondi e interventi. Le ultime notizie arrivano da un versante sindacale che si fa rovente almeno quanto il fronte delle fiamme. Sì, perché qualche settimana fa è stata siglata la convenzione per la campagna estiva nei boschi da Corpo dei vigili, Regione, Forestali e ministero dell'Interno: sulla base della stessa somma (600mila euro) stanziata lo scorso anno dall'amministrazione sarda. «Importo immutato, senza tagli», ha sottolineato l'assessore all'Ambiente, Donatella Spano. «Ma del tutto insufficiente di fronte all'esigenza assoluta di nuovi mezzi e quantità adeguate di carburante», hanno ribattuto i rappresentanti dei pompieri. Fatto sta che, se a livello istituzionale i vertici dei vigili hanno garantito il loro apporto, Fns Cisl e Confsal hanno invece indetto subito agitazioni su scala regionale. Sulle stesse posizioni sarebbero i delegati di altre sigle nel centro nord dell'isola.

Operatività. Contro i roghi nei boschi, nei pascoli e nelle campagne i vigili dovrebbero operare di supporto ai forestali, ai barracelli e ai volontari: task force mobili di supporto nei territori più interessati dai rischi. Da quest'anno il passaggio diretto alla Protezione civile regionale di una serie di competenze prevede infatti l'utilizzo dei pompieri nelle aree che per loro caratteristiche meteo si presentano di volta in volta contrassegnate dai maggiori pericoli potenziali.

Incontri. «A metà settimana avremo un vertice per il raffreddamento della vertenza, ma nessuno può obbligare il personale a fare gli straordinari – avverte Manca – Non si può affrontare una stagione estiva, anche ordinaria, col numero di uomini previsto, del tutto insufficiente, e con questi mezzi a disposizione». «Adesso sento che arriveranno veicoli già vecchi di 10-15 anni da altre regioni, come la Campania, ma io dico invece che si devono trovare risorse per acquistare mezzi nuovi», afferma il dirigente della Fns Cisl. «È una vergogna che ci abbiano ridotto in queste condizioni – conclude – Significa far fare alla Sardegna un passo indietro di 30 anni».

L’Upc. «In Sardegna scontiamo ancora una scarsa presenza dei vigili: chi c’è fa quello che può, ma il Corpo è sotto organico e rischia di non riuscire a fra fronte a tutte le richieste». Secondo il segretario dell’Unione, Antonio Satta, «per questo il governo, il ministero dell’interno devono intervenire, per proteggere il nostro territorio, ricchezza su cui dobbiamo far leva se vogliamo risalire la china della crisi».

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