La Nuova Sardegna

Festival di Gavoi, musica e libri della vita di Joseph O’Connor

di Fabio Canessa
Un grande pubblico ha partecipato agli incontri dell'Isola delle Storie
Un grande pubblico ha partecipato agli incontri dell'Isola delle Storie

Lo scrittore irlandese racconta la sua colonna sonora. L’Isola delle Storie si conclude con un grande successo di pubblico

06 luglio 2015
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GAVOI. Da un'isola delle storie all'altra. Dalla Sardegna all'Irlanda. Da Gavoi a Dublino. Arriva da una terra (e da una città) di scrittori l'ultimo ospite di questa edizione del festival letterario. Joseph O'Connor è uno dei grandi della letteratura irlandese contemporanea. Pubblicato in Italia da Guanda che la scorsa settimana ha fatto uscire il suo ultimo romanzo: “Il gruppo”.

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Terra di scrittori l'Irlanda, di letteratura. Ma anche di musica. E il libro dell'autore, fratello della famosa cantante Sinead O'Connor, si delinea prima di tutto proprio come una dichiarazione d'amore nei confronti della musica. «Tutti noi abbiamo una colonna sonora che accompagna la nostra vita – racconta lo scrittore nell'incontro di domenica 5 – Ricordiamo le cose in funzione della musica che stavamo ascoltando in quel periodo».

Sono tante le canzoni citate, collante fondamentale della narrazione che trasforma il libro in un romanzo che si potrebbe definire musicale. Un ruolo importante per O'Connor lo ha Patti Smith che l'autore scopre da adolescente: «Avevo 14 anni. Ero entrato in un negozio di dischi usati con dei soldi che mi aveva dato una zia. Tra tante copertine colorate mi aveva colpito una in bianco e nero. Quando ho messo il disco, dalle prime note quella musica, quella voce mi ha aperto un mondo. Era ovviamente Patti Smith. Per me divenne importante allo stesso modo dei scrittori che leggevo e amavo, come Beckett».

In un momento del libro la incontrano anche i protagonisti del romanzo, un gruppo rock formato da quattro amici che agli inizi degli anni Ottanta danno vita a una band. Il frontman, Fran, appare nella descrizione come un mix tra David Bowie, Boy George, Morrissey. «Ma anche di tanti ragazzi che ho incontrato in quel periodo» sottolinea lo scrittore irlandese che in questo suo nuovo romanzo ha voluto focalizzarsi in particolare sull'esplorazione del sentimento dell'amicizia.

«Di romanzi che raccontano storie d'amore è pieno, ce ne sono molti meno sull'amicizia - dice O'Connor - Per raccontarlo al meglio ho cercato di ricordare i sentimenti che provavo in quel periodo. Avere quell'età, lo spirito ribelle tipicamente giovanile, il desiderio di voler fare qualcosa per gettare le basi del futuro».

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La giornata di chiusura, culminata nell'incontro serale con Joseph O'Connor presentato dal giornalista e inviato del Tg3 Paolo Piras, è stata come le altre ricca di appuntamenti seguitissimi dal pubblico. Dall'incontro bis, dopo quello di sabato mattina a Lodine, con Loriano Macchiavelli e Francesco Guccini protagonisti alla scuola elementare di Gavoi di un reading sulle letture della loro infanzia, a quello con Antonio Moresco.

Lo scrittore mantovano ha parlato del suo nuovo, imponente libro “Increati”(Mondadori) che conclude una complessa trilogia iniziata negli anni Novanta con “Gli esordi” e proseguita con “I canti del caos”. Un'opera visionaria che dice molto del suo autore, "un estremista della vita e della letteratura" come sottolinea Paolo Di Paolo. Letteratura che per Moresco deve prima di tutto «scardinare le certezze, spostare il baricentro del mondo. Muovendo la mente, il cuore, le viscere degli uomini provare a raccontare l'indicibile».

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