La Nuova Sardegna

Nell’Isola delle Storie l’eco di mafia capitale

di Paolo Merlini
Paolo Piras, Lirio Abbate e Gaetano Savatteri
Paolo Piras, Lirio Abbate e Gaetano Savatteri

Il filo rosso con la conversione di Buzzi a Badu ’e carros

04 luglio 2015
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GAVOI. Da S’antana ’e susu a Sant’Antiocru, come ogni inizio di luglio da dodici anni a questa parte, ieri il centro storico di Gavoi ha cominciato ad accogliere il popolo di aficionados e neofiti del festival letterario diretto da Marcello Fois. Fa caldo anche a ottocento metri d’altezza, in questo weekend che si preannuncia rovente (ieri a Gavoi si registravano 33 gradi), ma il pubblico di Isola delle Storie ha affollato a partire dal mattino ogni appuntamento del ricco programma proposto quest’anno: incontri con scrittori e giornalisti, reading letterari, mostre, laboratori per bambini. E un’atmosfera inconfondibile che fa di questo festival l’evento più importante in Sardegna per chi ama leggere, al punto che la commissione di Europe for Festivals, Festivals for Europe (Effe) ha deciso di premiarlo con il proprio riconoscimento più ambito, l’Effe Label 2015.

In sintonia con il grande caldo uno dei temi trattati a Mezzogiorno di fuoco, il classico incontro che si svolge a fine mattinata in piazza Sant’Antiocru. «La grande bellezza» è il tema scelto per questa prima giornata del festival, ma è un titolo assolutamente ironico, perché in realtà si è parlato di mafia, e più precisamente di mafia capitale, cioè il grande scandalo del malaffare a spese di immigrati e centri d’accoglienza scoperto dalla magistratura nei mesi scorsi a Roma. A parlarne, introdotti da Paolo Piras, inviato Rai, altri due giornalisti e scrittori esperti in materia: Lirio Abbate, inviato dell’Espresso, autore di numerose inchieste e di recente del libro «I re di Roma. Destra e sinistra agli ordini di mafia capitale», arrivato al festival sotto scorta, e Gaetano Savatteri, autore a sua volta di numerosi saggi sulla criminalità organizzata e del libro «Mafia capitale. L’atto di accusa della procura di Roma».

E proprio dall’indagine della magistratura romana e dalle 1500 pagine dell’ordinanza dei giudici si è partiti nell’incontro a Gavoi, indagine che ha portato alla luce una fitta rete di corruzione che abbraccia trasversalmente il sistema dei partiti. «Infiltrazione è un termine superato», ha detto Piras riferendosi all’incidenza dei fenomeni mafiosi e criminali nella pubblica amministrazione. «Oggi l’infiltrato è paradossalmente il non corrotto», ha continuato Piras. Il discorso cade inevitabilmente su uno dei protagonisti della vicenda, Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa “29 giugno”, anche perché ora si trova a pochi chilometri da Gavoi, nel carcere di Badu ’e carros a Nuoro. E proprio da qui ha lanciato quella che Abbate e Savatteri ritengono l’ennesima furbata di un “truffatore”: la conversione al cattolicesimo, con tanto di lettera al Papa affidata al vescovo di Nuoro. Abbate ha ricordato i 15 anni trascorsi in carcere da Buzzi prima di approdare al mondo delle coop e la grazia firmata dall’allora presidente Scalfaro. Ma davvero anche a Roma si può parlare di un sistema mafioso? «Trent’anni fa si diceva che la mafia vera e propria non esisteva – dice Savatteri – i fatti hanno dimostrato il contrario. Oggi si tenta di fare lo stesso per mafia capitale».

 

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