La Nuova Sardegna

«La coltivazione c’è, tutto regolare»

C’è il sequestro preventivo, non c’è ancora il giudizio del tribunale. Ma tanto basta per suscitare la reazione della Twelve Energy, che parla attraverso il difensore Alessandro Diddi: «Massimo...

03 luglio 2015
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C’è il sequestro preventivo, non c’è ancora il giudizio del tribunale. Ma tanto basta per suscitare la reazione della Twelve Energy, che parla attraverso il difensore Alessandro Diddi: «Massimo rispetto e stima per il pm Daniele Caria e per il Corpo Forestale, ma questo provvedimento è basato su presupposti errati». Il legale spiega perché: «Quando l’impianto è stato acquisito dalla Twelve era in perfetta regola con le norme perché allora non c’era alcun obbligo di svolgere attività agricola così come il vincolo non c’era quando è nato l’impianto. Poi le leggi sono cambiate e la società ha cercato ogni forma di contatto con la Regione perché tutto fosse conforme. Le risposte non sono arrivate ed ora arriva il sequestro preventivo». L’avvocato Diddi è indignato: «In questo strano paese si lavora così, una società di importanza mondiale ha portato in Sardegna un investimento enorme (80 milioni, ndr) per rilanciare una serra fotovoltaica come quella di Villasor ed ora si ritrova nei guai». Il legale confuta con decisione anche l’esito delle consulenze tecniche disposte dalla Procura, che testimoniano l’assenza quasi totale di attività agricola nei 193 ettari in capo alla Twelve: «L’attività c’è eccome, vengono coltivate rose da bacca e lo dimostra con chiarezza il report fotografico che abbiamo consegnato alla Procura appena un mese fa. Ci sono le rose e non mancano le prospettive di commercializzazione sul mercato olandese, come dimostrano gli accordi già sottoscritti con società quotate dei Paesi Bassi». Quindi per il legale non è vero che - come scrive il gip Pintori - la terra sotto i pannelli fotovoltaici è secca, del tutto abbandonata. Non è vero neppure che il commercio di rose da bacca sia privo di reali prospettive.

«Grande rispetto per la Procura, che fa il suo lavoro e lo fa con correttezza – chiude Diddi – ma credo che se ci sarà un giudizio saremo in grado di dimostrare come la Twelve si sia mossa sempre nel tracciato della legalità e dell’attenzione massima alle norme della Regione Sardegna». (m.l)

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