La Nuova Sardegna

Dinamo sul tetto d’Italia

di Roberto Sanna
Dinamo sul tetto d’Italia

Impresa dei biancoblù che sbancano Reggio e si regalano lo scudetto

27 giugno 2015
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INVIATO A REGGIO EMILIA. È successo. Non chiediamoci come, nemmeno il perché, godiamoci questi attimi con la squadra più pazza del mondo che balla sul parquet del PalaBigi e alza la coppa della finale, indossa le magliette con lo scudetto, versa lacrime di gioia mentre attorno gli avversari soffrono pene indicibili. L'uomo del destino è ancora Meo Sacchetti, l'uomo che quando perde due partite di fila finisce nel vortice delle discussioni e poi ha ragione, soprattutto quest'anno alla guida di una squadra pazza, a volte ingovernabile, eppure straordinariamente vincente quando in palio c'è qualcosa di importante. Siamo al triplete, dopo la Supercoppa e la Coppa italia arriva lo scudetto, nel modo più difficile, in gara7 in trasferta dopo essere sopravvissuta a tre supplementari in gara6, essere stata in svantaggio 0-2 e 2-3 nella serie, aver anche giocato ieri un primo quarto da codice penale, sotto di 17 punti . Era anche sotto di 2 a due secondi dalla fine di gara7 di semifinale contro Milano, ma nemmeno quello l'ha uccisa.

Evidentemente non era abbastanza, forse era scritto da qualche parte che questa squadra dovesse in qualche modo vendicare la grande beffa di gara7 contro Cantù due anni fa, una ferita che forse sanguinerà ancora, mentre Drake Diener difficilmente prenderà sonno, lui che ha perso quella partita con la maglia della Dinamo e questa con la maglia di Reggio Emilia, un grande campione che si trova sempre al posto sbagliato nel momento sbagliato. E' la festa del popolo biancoblù che affolla lo spicchio di palazzetto a lui riservato, un centinaio scarsi in rappresentanza di tutta l'isola, l'avamposto di quelli che ieri hanno visto la partita in tv davanti ai maxischermi. Partono i cori, gli sberleffi ai milanesi, scorrono lacrime di gioia perché molti di loro si sono fatti la scorza nelle trasferte impossibili in A2, hanno visto la Dinamo retrocedere in Serie B e risalire, rischiare di scomparire dalla geografia del basket. Ieri sono arrivati a Reggio Emilia prendendo un aereo da qualunque parte atterrasse, hanno preso auto a noleggio, sono saliti sui treni, hanno chiesto passaggi. Ed eccoli saltare mentre sul parquet esplodono i coriandoli tricolore, Manuel Vanuzzo e Jack Devecchi fanno lo scalpo alla retina, Meo Sacchetti abbraccia la moglie Olimpia e si lascia prendere dalla commozione, si siede spossato sul palco della premiazione. Corre in giro impazzito anche il presidente Stefano Sardara, il grande architetto di questa Dinamo che ha avuto il coraggio di prendere in mano in un momento difficile e l'ha portata fin dove nessuno avrebbe immaginato.

La festa del triplete è qui, in una notte umida di Reggio Emilia, in una palestra dove la Serie A non dovrebbe nemmeno giocare,

E' stata una grande finale, appassionante, coinvolgente, emozionante. Reggio Emilia stava per vincere ai punti ma alla fine non ne aveva più. E il Banco per una volta ha avuto pazienza, ha atteso il suo momento, quando la partita è andata nelle sue mani non l'ha lasciata sfuggire e l'ha chiusa con i suoi uomini più talentuosi e discussi, Sanders e Dyson. Solo Meo poteva vincere lo scudetto con loro.

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