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Torna l’incubo della pantera, sbranate 25 pecore a Tula

di Nadia Cossu
Torna l’incubo della pantera, sbranate 25 pecore a Tula

Nel week end aggrediti decine di animali in tre aziende. Per gli allevatori è il felino

23 giugno 2015
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SASSARI. Tra venerdì e domenica notte venticinque pecore sono state sbranate in tre distinte aziende nella zona di Tula. Agli allevatori proprietari del bestiame è bastato poco per capire che quelle ferite non potevano essere attribuite a un attacco di cani randagi o di cinghiali: l’uccisione degli ovini potrebbe essere opera della “famosa” pantera che da mesi ormai semina il panico nelle campagne tra Bultei e Nughedu. Ma se i sospetti dovessero trovare conferma, non è escluso che stavolta possa essere arrivata fino a Tula.

Gli esperti di animali selvatici, d’altronde, hanno sempre detto che il raggio d’azione di un felino raggiunge i settanta chilometri e quindi, considerato che da qualche settimana non sembrano esserci stati avvistamenti nella zona di Bultei, è possibile che la pantera si sia spostata seguendo un percorso che da Nughedu porta a Oschiri e quindi a Tula.

Gli allevatori si sono rivolti ai carabinieri per presentare denuncia. Alcune pecore sono state trovate agonizzanti, sono state aggredite nelle “parti molli”, lo stomaco soprattutto. Un particolare, questo, che fa propendere per l’attacco di un felino. Ma il dettaglio che più inquieta è il ritrovamento di una pecora sbranata sopra un muro. E anche questo rientra nelle modalità di caccia del felino: trascinare la preda e portarla su una superficie alta, un albero ad esempio o, come in questo caso, un muro. Difficile se non impossibile, in sostanza, che un cane possa ammazzare la preda, portarla fin lassù e abbandonarla.

L’allarme dunque non cessa e ieri sera gruppi di volontari di Tula si sono organizzati per passare al setaccio le campagne. Per alcune ore cacciatori e pastori hanno controllato una zona in particolare alla ricerca di qualche traccia interessante. E in effetti qualcosa hanno trovato: impronte che affondano sul terreno e le cui dimensioni potrebbero coincidere con quelle della zampa di una pantera. Ma sono necessari ulteriori approfondimenti.

Una cosa è certa: il ritrovamento del bestiame ucciso ha lasciato sgomenti gli allevatori, tanto da spingerli a presentare denuncia in caserma. Ora, come da prassi, il servizio veterinario della Asl e probabilmente anche l’istituto zooprofilattico dovranno esaminare i capi di bestiame per capire se davvero quel tipo di lacerazioni può essere opera di un felino. L’attenzione resta sempre molto alta.

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