La Nuova Sardegna

Gonnesa, dalle miniere parte la caccia alla "materia oscura"

Pier Giorgio Pinna
Gonnesa, dalle miniere parte la caccia alla "materia oscura"

Regione e Istituto di fisica nucleare firmano un protocollo: nel Sulcis nasce un progetto per distillare l’aria con tecniche da film di fantascienza

21 giugno 2015
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GONNESA. Trasformare un ostacolo in una opportunità: l'antica massima sembra valere alla grande per la caccia alla materia oscura nelle miniere del Sulcis Iglesiente. Dove, giù lungo i pozzi, sorgerà una “torre” per estrarre dall'atmosfera l'Argon e altri elementi che compongono l’aria. Il traguardo finale? Individuare e scomporre la parte di materia non visibile a occhio nudo che si manifesta attraverso forze gravitazionali. Un'idea che parte dal passato e guarda verso un futuro sempre più affascinante, a volte già anticipato da tanti film e best seller.

Nei giorni scorsi l'Istituto nazionale di fisica nucleare e la Regione hanno firmato un protocollo d'intesa per il prossimo sviluppo del progetto, chiamato - non a caso - Aria. Insieme vogliono realizzare un'infrastruttura in un bacino dove la tradizionale estrazione del carbone andrà rallentata in maniera graduale. «L'accordo – spiegano alla Regione – consentirà di aprire un tavolo di discussione per installare uno stabilimento tecnologico di altissimo livello in corrispondenza di Seruci». «Qui – viene fatto rilevare dagli specialisti dell’amministrazione sarda – l'altezza e il diametro dei pozzi, la loro configurazione, con accessi multipli e sistemi di sicurezza integrati, si coniuga alla disponibilità di un'autostrada camionabile che va dalla superficie fino alla profondità di 500 metri: tutti fattori che, assieme alle professionalità presenti nel sito, sono condizioni ideali per l'installazione in sicurezza di un impianto che avrà dimensioni straordinarie». E che consisterà in un lunghissimo tubo capace di snodarsi all’interno della miniera oggi gestita dalla Carbosulcis, società con la Regione unica azionista. Il primo passo prevede una torre-pilota di distillazione criogenica: prototipo descritto come di dimensioni tali da rappresentare un "pezzo" unico al mondo.

Un'altra caratteristica, questa, che rende l'avveniristico programma senza precedenti a livello internazionale. «Ma il passaggio è stato reso possibile – sostengono i promotori – dalla cooperazione tra l'Infn, con ruolo di guida e coordinamento dei gruppi di ricerca coinvolti, la Regione, che guida lo studio in chiave sinergica e le relazioni istituzionali, e la Princeton University». Tutto questo senza dimenticare il contributo cruciale di tante aziende italiane all’avvio dell’impresa. Che è già partita grazie a un finanziamento garantito dalla Us National Science Foundation. «Aria è un esempio importante di come la ricerca di base può offrire l'opportunità di un potenziale sfruttamento industriale delle tecniche sviluppate per gli esperimenti alla frontiera della conoscenza», sostiene Fernando Ferroni, presidente dell'Istituto di fisica nucleare.

«Siamo chiaramente esaltati dall'impatto positivo sulle ricerche di materia oscura in corso al Gran Sasso, ma la sfida è altrettanto eccitante dal punto di vista del possibile piano di sviluppo industriale e di trasferimento tecnologico», è il commento di Cristian Galbiati, della Sezione Infn di Milano, professore all'università di Princeton e coordinatore del progetto DarkSide. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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