La Nuova Sardegna

Blue zone, in Ogliastra il segreto della longevità

di Paolo Merlini
Donne al convegno di Villagrande mentre ascoltano in traduzione simultanea le relazioni degli studiosi stranieri
Donne al convegno di Villagrande mentre ascoltano in traduzione simultanea le relazioni degli studiosi stranieri

È uno dei quattro territori al mondo con il record di centenari. A Villagrande incontro con i “cugini” di Giappone, Grecia e Costa Rica

21 giugno 2015
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VILLAGRANDE STRISAILI. Il segreto della longevità? La ricetta ancora non esiste, ma ci stiamo avvicinando. Il consiglio degli esperti comunque è adottare uno stile di vita francescano: mangiare poco ma bene, soprattutto verdure, bere molto acqua o tè, fare attività fisica. E abitare possibilmente in un posto piccolo e isolato, meglio ancora se un’isola. In estrema sintesi è questo che unisce le quattro blue zone del mondo, territori dove il dato comune è la longevità degli abitanti. L’eccezionale longevità, meglio, perché il numero dei centenari è in graduale aumento.

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Villagrande, per esempio, che  ha ospitato il quarto simposio internazionale sulle blue zone: su poco più di tremila abitanti, ben sei persone, quattro uomini e due donne, hanno superato la soglia del secolo di vita. Ma gli anziani con più di 80 anni sfiorano il 10 per cento della popolazione.

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Villagrande, che nei cartelli all’ingresso del paese esibisce con orgoglio il primato mondiale della longevità maschile, è un po’ il simbolo della blue zone Sardegna, che comunque deve la sua notorietà proprio all’Ogliastra. «Qui si vive bene», dice il sindaco Giuseppe Loi, e ci crede al punto che al suo secondo mandato ha istituito persino un ufficio comunale dedicato alla longevità, affidato ad Anna Rita Usai che ha coordinato il convegno.

Un convegno che ha portato in Ogliastra da ogni parte del mondo cinquanta ricercatori dell’Icc (International centenarium consortium) che hanno messo a confronto esperienze e dati raccolti sul campo. Dove? Nelle altre blue zone del mondo, cioè l’arcipelago di Okinawa in Giappone, al primo posto nella classifica della longevità e della salute degli abitanti più anziani (problemi cardiaci e tumori alla prostata ridotti al minimo), l’isola di Ikaria in Grecia e la penisola caraibica Nicoya, in Costa Rica. Cosa accomuna gli abitanti di queste zone nello stile di vita? Anzitutto si tratta di regioni povere, o che lo sono state in passato. Dove lo stile spartano, insomma, è stato più una costrizione che una scelta. Ma alla fine ha pagato.

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Gli abitanti di Okinawa, per esempio, mangiano tante verdure, più tofu, riso e alghe, pesce quattro cinque volte alla settimana, bevono molto té. In passato sono stati agricoltori o pescatori, e continuano a fare attività fisica. Sono al primo posto al mondo come percentuale di anziani. Il geriatra Bradley Wilcox, che ne studia le caratteristiche da oltre vent’anni, rivela che a Okinawa non si viene considerati adulti prima dei 55 anni, alla faccia della polemica tutta italiana sui bamboccioni.

A Nicoya, come spiega David Rehkopff, gli anziani hanno il cuore sano e non sanno cosa sia la depressione. L’isola greca Ikaria ha molte similitudini con l’Ogliastra, ma Christina Chrisohoou, dell’università di Atene, pone anche l’accento sui cambiamenti sociali: l’invecchiamento della popolazione produce un inevitabile squilibrio sull’assetto economico di una nazione. Un discorso attuale proprio in Grecia alla luce di una crisi senza precedenti.

 

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