La Nuova Sardegna

Il progetto: pane tipico patrimonio dell’Unesco

L’annuncio dell’assessore Morandi: «Presenteremo la candidatura» Al via 8 appuntamenti con la preparazione nei centri storici di piccoli paesi

16 giugno 2015
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SASSARI. Il carasaucome i Candelieri e il canto a tenore: il pane della tradizione nella grande culla dell’Unesco, patrimonio immateriale dell’umanità. Bene prezioso da tutelare, prima che i suoi segreti – tramandati da secoli – si perdano. L’assessore Francesco Morandi ci crede. Ma prima di presentare la candidatura, ha deciso di organizzare una speciale promozione della panificazione tradizionale. Due mesi di appuntamenti, otto Comuni a rotazione, in vetrina tutte le domeniche: il pane si farà in piazza, ognuno si esibirà nella sua specialità. Tante varianti distribuite nei territori, che tutti insieme «costituiscono l’80 per cento dei pani tipici italiani – spiega Morandi, responsabile di Turismo, artigianato e commercio – il restante 20 per cento arriva in prevalenza dal Sud Italia». Il pane tipico parla sardo e diventa una ricchezza sulla quale investire.

Il progetto. Si chiama “In nome del pane” e porta la firma dell’assessorato regionale e dell’Unione delle Pro loco. È collegato all’Expo, la sua presentazione è avvenuta proprio in concomitanza con la festa del pane alla grande fiera di Milano. E da oggi, grazie alla collaborazione con la Fasi, la Sardegna nei padiglioni di Expo sarà presentata attraverso il cibo. Occasione d’oro per i piccoli Comuni, che nelle tradizioni culinarie, nelle quali il pane ha un ruolo da protagonista, hanno il loro punto di forza.

Nelle piazze. Il primo appuntamento a Borore, provincia di Nuoro, il 12 luglio. Le domeniche successive gli altri 7 appuntamenti, in programma a Quartucciu, Giba, Olmedo, Sanluri, Perdasdefogu, Sant'Antonio di Gallura e Samugheo. A fare da set saranno i centri storici: «Si riscoprirà l’antica arte della panificazione – dice l’assessore Morandi –, si racconteranno i territori attraverso il pane. Che rappresenta l’espressione più antica della civiltà rurale pastorale legata alle tradizioni arcaiche. I passaggi preparatori alla lavorazione del pane e tutte le sue componenti – forni, macine, grani, lievito, farine e crusche – purtroppo sono a rischio estinzione. Questo progetto punta ad evitare che accada».

Le prospettive. Se l’iniziativa andrà come ci si augura, l’anno prossimo diventerà più lunga e articolata: il progetto prevede di partire a maggio e andare avanti sino a ottobre, «con il coinvolgimento di oltre 30 Comuni e e dei musei del pane di Borore, Monteleone Rocca Doria e Olmedo», dice Francesco Morandi. E poi c’è il tentativo di fare il grande salto: «Prevediamo la possibilità di proporre la candidatura dei nostri pani tipici a patrimonio immateriale dell’umanità all’Unesco, in linea – spiega l’assessore al Turismo– con un progetto di ampio respiro e di forte valore identitario che possa produrre un ritorno di immagine soprattutto per i paesi più piccoli». Quelli in cui il pane tipico è di casa. (si. sa.)

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