La Nuova Sardegna

urbanistica

Nuoro, rischio demolizione per 88 edifici a Testimonzos

di Gianna Zazzara
Nuoro, rischio demolizione per 88 edifici a Testimonzos

La Procura riapre le pratiche sugli abusi edilizi nel quartiere costruito negli anni Ottanta alla periferia della città

04 giugno 2015
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NUORO. Sulla sua casa, in località Testimonzos, alla periferia sud di Nuoro, pende un ordine di demolizione. E le ruspe sembrano destinate a cancellare gli ultimi momenti di una vita serena. Tanti i casi. C’è chi dal 2005 vive in quella palazzina con la moglie e due bambini (al piano di sopra abita il fratello, anche lui sposato, ha un bambino di 3 anni). Quella casa l’ha ricevuta in comodato dal padre, che l’ha costruita negli anni Ottanta pur senza avere una concessione edilizia.

Sono molte le famiglie nuoresi che rischiano di vedere abbattuta la loro casa costruita abusivamente in quella zona della città alla fine degli anni Ottanta. La procura di Nuoro, infatti, ha riaperto in questi giorni almeno 88 pratiche. Si tratta di sentenze per abuso edilizio passate in giudicato che ora potrebbero arrivare all’epilogo finale: la demolizione.

Fabrizio Melis, presidente dell’associazione Foglio 51 (che riunisce più di 200 proprietari di Testimonzos e dintorni) ha chiesto e ottenuto un incontro con il procuratore di Nuoro Andrea Garau. E la verità è venuta a galla. «Dopo alcune ordinanze di demolizione notificate nei giorni scorsi ho deciso di vederci chiaro – spiega Melis – Purtroppo altre famiglie rischiano di restare senza un tetto, ora tocca alla prossima amministrazione predisporre una norma per bloccare le demolizione». L’auspicio è che il sindaco che sarà eletto al ballottaggio il 14 giugno (la sfida è tra Alessandro Bianchi e Andrea Soddu) risolva tecnicamente una questione ingarbugliata da più di 30 anni.

In verità l’amministrazione uscente (guidata dal sindaco Bianchi) ha provato a metterci una toppa inserendo nel Puc, approvato qualche mese fa, un piano di risanamento edilizio proprio per Testimonzos e le aree vicine (da Corte a Gavotele fino a Murichessa). Per usufruire della sanatoria i proprietari dovrebbero riunirsi in un consorzio, concentrare le abitazioni in quattro borghi rurali e accollarsi tutti gli oneri di urbanizzazione. «Sul consorzio stiamo ancora discutendo – ammette Melis – In ogni caso le regole imposte dal Puc non permettono una sanatoria totale. Ora tocca alla politica dare una risposta».

 L’auspicio è che il nuovo sindaco che sarà eletto tra 10 giorni trovi una soluzione. «Prima che dalla procura di Nuoro partano gli ordini di demolizione», si augura Melis.

L’urgenza nasce dal fatto che nei giorni scorsi quattro proprietari – che avevano ricorso in appello contro la sentenza di condanna di primo grado – hanno ricevuto dalla procura generale della Corte d’appello di Sassari altrettante ordinanze di demolizione. «Ma non è indicato alcun termine perentorio», sottolinea Luca Fancello, il legale che assiste uno dei proprietari sconfitto in tutti e tre i gradi di giudizio.

I faldoni di documenti che accompagnano l’ordinanza di demolizione a carico del suo assistito – sparsi sul tavolo dell’avvocato nuorese – raccontano una storia iniziata alla fine degli anni Ottanta, quando in tanti a Nuoro avevano acquistato un lotto di terreno in periferia per costruire una casa con la certezza di ottenere poi una concessione edilizia in sanatoria. E invece le cose non sono andate così. «Il mio cliente ha presentato la domanda la prima volta nel ’95, ma è stata respinta». Ora dovrà decidere la procura. Dopo trent’ anni.

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