La Nuova Sardegna

«Il mio “Cantagiro” con Parodi e Tazenda»

di Andrea Musio
«Il mio “Cantagiro” con Parodi e Tazenda»

Paola Turci, domani a Fonni, parla del suo amore per l’isola

04 giugno 2015
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FONNI. «Ho un ricordo indelebile legato alla Sardegna. Un'esperienza legata a persone bellissime come Andrea Parodi e i Tazenda». Così Paola Turci racconta della sua prima esperienza in terra sarda. «Sono passati tanti anni da quando con loro – dice - abbiamo partecipato e vinto un “Cantagiro”. Conservo ancora gelosamente una splendida foto scattata in quei giorni». La cantautrice romana è di scena domani, alle 21.30, in Piazza Casu Padre tappa del tour promozionale dell'ultimo disco “Io sono”.

Un’antologia in cui Paola Turci raccoglie il meglio della sua carriera lunga trent'anni. Ad accompagnarla sul palco Fernando Pantini, alla chitarra, Pierpaolo Ranieri al basso e Fabrizio Fratepietro alla batteria. Il live sarà a metà tra l'acustico e l'elettrico così come vuole il suo “Greatest hits” con pezzi rivisitati ad hoc per l'occasione.

«Sono trascorsi già trenta anni da quando le radio trasmettevano il singolo d'esordio “L'uomo di ieri” – racconta la cantante – da allora tanto è cambiato. Quello che per me invece resta una costante negli anni, è il desiderio e il bisogno di catturare la vita traducendola in canzoni che abbiano senso, spessore, profondità. Vorrei che potessero dare l'idea di eterno... non so se ci sono riuscita e che ci riuscirò». Nella lunga lista di concerti già programmati compaiono due performance come serata di chiusura di altrettanti Gay Pride, a Bologna e Padova. «Sono stata invitata – spiega – e questo per me è motivo di grande felicità. Partecipare a eventi simili è per me una buona occasione per ribadire l’importanza di concetti che dovrebbero essere saldi e penetrati nel tessuto sociale da tempo. Al contrario, invece, stiamo ancora qui a parlarne. Questo vale anche per altri valori fondamentali come la lotta al razzismo e il dovere dell'accoglienza e l'integrazione. Il valore è quello della differenza senza parlare di diversità. Sono dell'idea che in Italia si stanno perdendo molte occasioni per dimostrare di essere un paese che sa guardare al presente in modo più civile, come cioè accade in molti paesi europei ad esempio».

Nel disco sono presenti, oltre a dodici brani di repertorio, tre nuove composizioni in cui la cantautrice mette a nudo, più profondamente del solito, emozioni e sensazioni personali.

«E' vero – replica- due le ho composte personalmente ma anche il singolo “Io sono” scritto invece da Stefano Bianconi (leader dei Baustelle) e Kaballà è autobiografico e per questo motivo ho scelto di cantarlo. Tutti e tre hanno una identità che mi rappresenta, raccontano la mia condizione attuale, quello che sto andando a fare e, cosa importante, si legano al resto dell’album».

Di notevole importanza per la riuscita durante la fase di registrazione è stata la scelta del produttore Federico Dragogna capace di riprodurre sonorità decisamente lontane dallo stile della Turci.

«L'ho scelto proprio per questo motivo. Da tempo volevo un disco acustico ed elettrico allo stesso tempo. Lui ha una visione della musica e delle sonorità molto ampia. E' stato bellissimo e facile lavorare con lui, concordavamo praticamente su tutto. Mi sono presentata a lui con una idea chiara di quello che volevo ottenere: Federico ha messo disposizione il suo talento ed il risultato si può sentire».

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