La Nuova Sardegna

Raimondo Zucca

«Già più di quarant’anni fa Giovanni Lilliu aveva intuito tutto»

«Già più di quarant’anni fa Giovanni Lilliu aveva intuito tutto»

ORISTANO. «Giovanni Lilliu c’era arrivato nel 1973». Raimondo Zucca, responsabile della campagna di scavo del 2104, ricorda che fu l’archeologo di Barumini a immaginare per primo il tesoro custodito...

04 giugno 2015
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ORISTANO. «Giovanni Lilliu c’era arrivato nel 1973». Raimondo Zucca, responsabile della campagna di scavo del 2104, ricorda che fu l’archeologo di Barumini a immaginare per primo il tesoro custodito dalle colline del Sinis. Lo stesso scrigno, sotto forma di tempio, che sarebbe stato rilevato dal georadar di Gaetano Ranieri: «Per confermare le intuizioni di Lilliu, però, è necessario che i dati raccolti dalle apparecchiature vengano supportati da un’indagine archeologica», aggiunge ancora Raimondo Zucca, che si dimostra convinto della precisione dello strumento. «Quando abbiamo individuato il betilo di 2 metri e trenta, prima che iniziassimo lo scavo Ranieri ne aveva disegnato la sagoma sul terreno utilizzando alcuni sassi». La corrispondenza con la scultura fu incredibile: «Aveva sbagliato di tre centimetri».

Secondo Raimondo Zucca, quindi, il georadar è uno strumento assolutamente attendibile. Prima di iniziare a bucherellare le colline bisognerà aggirare il problema più grosso, quello economico: «Il ministero ha scoraggiato le campagne di scavo su terreni privati, pagare i premi di rinvenimento potrebbe essere complicato». I giganti di pietra hanno un grosso valore e garantirne il 25% ai proprietari dei terreni farebbe saltare il banco. Eppure, la risposta potrebbe arrivare dalla Regione Sardegna: «Il Codice Urbani – conclude Zucca – concede alle Regioni la possibilità di acquistare beni immobili archeologici». (c.z.)

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