La Nuova Sardegna

Nel Nord scatta la rivolta della politica: «Deve essere Olbia ad accorpare Cagliari»

Nel Nord scatta la rivolta della politica: «Deve essere Olbia ad accorpare Cagliari»

Alla guerra per l'autonomia del mare. Il nord Sardegna è pronto a dare battaglia contro il progetto di riforma del Governo. La bozza del Piano strategico della portualità che verrà presentata a...

24 maggio 2015
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Alla guerra per l'autonomia del mare. Il nord Sardegna è pronto a dare battaglia contro il progetto di riforma del Governo. La bozza del Piano strategico della portualità che verrà presentata a giugno prevede che in Sardegna resti una sola authority. Alza subito le barricate contro il provvedimento il consigliere regionale Giuseppe Fasolino, Fi. «L'esigenza del Governo di razionalizzare le risorse non può penalizzare ancora una volta il nostro territorio – commenta –. Se la necessità è accorpare le autorità portuali sarde va benissimo. La sede sia allora Olbia. È inconcepibile veder finire i porti del nord Sardegna sotto la giurisdizione di una nuova e più estesa autorità portuale, la cui governance potrebbe essere affidata lontano dal nostro territorio». Fasolino non ne fa una questione di campanile. «È pura sostanza – aggiunge –. L'accorpamento confligge con la storia dei porti del nord Sardegna e di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres che, nella loro diversità, hanno fatto del loro legame con il mare e il porto, motivo di sviluppo economico e crescita sociale». Il consigliere snocciola alcune cifre. «Il traffico passeggeri del 2014 nei tre porti del nord Sardegna è stato superiore a 3 milioni e mezzo di passeggeri – conclude –. Numeri ai quali Cagliari e Sarroch non si avvicinano lontanamente». Ribadisce il no a una ipotesi di accorpamento il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli. «Ma se proprio ci venisse imposta una unica authority, Olbia può candidarsi ad accorpare Cagliari – afferma –. Ha i numeri per avanzare una legittima candidatura». Il primo cittadino prova poi a guardare oltre. «Il vero cuore della riforma è legato alle funzioni attribuite agli ambiti portuali – aggiunge –. Se dovessimo ragionare su un ente unico sarà importante capire come dovrà essere strutturato dal punto di vista operativo. La complessità del territorio la vediamo nel tavolo di lavoro portuale a cui siedono decine di soggetti, imprese, agenzie marittime. Le decisioni che vengono prese a Roma non possono prescindere dalla specificità degli ambiti». Si appella al presidente Francesco Pigliaru il vicecapogruppo di Fi in Consiglio regionale, Marco Tedde. «Al governatore chiediamo un sussulto di dignità, si opponga a questo disegno – dichiara –. Le principali funzioni di promozione, pianificazione, gestione e controllo verrebbero trasferite sicuramente a Cagliari. Il nord Sardegna, che oggi rischia di perdere la prefettura, la Camera di commercio e l'università non può accettare questo schiaffo».

(serena lullia)

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