La Nuova Sardegna

viabilità

Sassari-Olbia, costi impazziti: la Regione chiama Cantone

di Mauro Lissia
Un operaio dell'Anas impegnato nei lavori della Sassari-Olbia
Un operaio dell'Anas impegnato nei lavori della Sassari-Olbia

Rincari fino all’811 per cento per la nuova strada a 4 corsie: l'assessore Maninchedda scrive all’Autorità anticorruzione e al ministero

08 maggio 2015
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CAGLIARI. La quattro corsie Sassari-Olbia è un percorso a ostacoli, ma forse potrebbe trasformarsi anche in un nuovo incubatore di affari: da quando i lavori sono cominciati l’aumento dei costi medi per i monitoraggi ambientali post operam ha raggiunto la ragguardevole percentuale del 171 per cento, con punte dell’811,97 per cento nel lotto zero, del 345 per cento nel lotto 8 e del 300 per cento nel lotto 7.

Non solo: i costi per l’acquisizione delle aree sono cresciuti strada facendo del 26 per cento. Le percentuali non rendono l’idea del rincaro, tutto scaricato sulle casse pubbliche della stazione appaltante: l’Anas.

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Ma se le percentuali vengono rapportate al costo programmato dell’opera - 930 milioni - ecco che si accende la spia dei sospetti, sempre legittimi quando si tratta di grandi appalti pubblici, che le inchieste giudiziarie in corso in tutta Italia hanno individuato come i più efficaci collettori di tangenti per la politica e l’impresa legata alla politica.

Nella sua giornata sarda il presidente uscente dell’Anas Pietro Ciucci, che si appresta a uscire di scena dopo i crolli di viadotti nel meridione d’Italia e a Cagliari, ha distribuito rassicurazioni sui tempi di realizzazione dell’opera ma non ha fornito i numeri di un intervento partito male e andato avanti a rilento. Numeri che il direttore della struttura ha consegnato alla Regione il 6 marzo scorso insieme allo stato di aggiornamento dei lavori.

Un rendiconto dettagliato che suscita pesanti perplessità, sul quale giovedì 7 l’assessore regionale ai lavori pubblici Paolo Maninchedda ha chiesto formalmente spiegazioni con una nota inviata alla direzione compartimentale Anas della Sardegna, al ministero delle Infrastrutture e all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione presieduta dal magistrato Raffaele Cantone.

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A leggere la nota, l’iniziativa assunta dalla Regione denuncia situazioni da chiarire. Maninchedda parte dallo stato degli appalti integrati, affermando che benchè risultino tutti aggiudicati non vi è alcuna corrispondenza coi progetti esecutivi: ne sono stati approvati solo otto su dieci. C’è poi la questione legata al ponte sul rio Padrongianus, l’undicesimo intervento pianificato: i lavori sono conclusi, non il collaudo tecnico-amministrativo. Ma è dall’esame delle cifre che si capisce perché la Regione abbia voluto trasmettere le carte a Cantone.

Scrive l’assessore: «Nel passaggio dal progetto a base di gara (preliminare avanzato) agli otto progetti esecutivi finora approvati si registra un aumento medio fra l’importo dei lavori del progetto esecutivo e quello dei lavori aggiudicati pari all’8,50 per cento».

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Secondo il dirigente della struttura l’aumento di questi costi sarebbe compensato dall’abbassamento degli imprevisti, ma a leggere i quadri economici dei progetti esecutivi emerge secondo la Regione «una sensibile diminuzione delle somme per la risoluzione delle interferenze (-46%), un aumento dei costi per acquisizione di aree ed immobili (+26%) e dei costi per monitoraggio ambientale post operam (+171%).

Chiarito che fino ad oggi sono state presentate tre varianti in corso d’opera, Maninchedda passa all’analisi dei ritardi: «Allo stato attuale - è scritto nella nota - il cronoprogramma dei singoli lotti sconta ritardi apprezzabili che vanno dai 30 giorni del lotto 0 ai 360 giorni dei lotti 2 e 3, fino al massimo di 420 giorni di ritardo sul collaudo dell'intervento del ponte sul rio Padrongianus». Fin qui la situazione.

Il resto della nota sono domande precise riferite alle disfunzioni denunciate: in particolare Maninchedda chiede le ragioni che hanno condotto all’aumento dei costi e perché non è stato perfezionato il collaudo del ponte sul rio Padrongianus.

Con una chiusura che conferma la volontà di tenere alta l’attenzione sui lavori in corso: «Il fatto che, allo stato, le poste dei quadri economici hanno comunque garantito una compensazione con gli innalzamenti dei costi, senza apportare variazioni in aumento del quadro finanziario complessivo, non deve indurre ad un affievolimento della soglia di prudenza poiché sarebbero sufficienti un paio di varianti per vanificare la scorta finanziaria derivante dagli imprevisti e determinare la necessità di utilizzo delle economie accantonate, sottraendole, di fatto, alla loro destinazione naturale ossia all'incremento e abbellimento dell'opera pubblica».

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