La Nuova Sardegna

Saremar, no alla privatizzazione totale

Saremar, no alla privatizzazione totale

Il Consiglio ha approvato un ordine del giorno unitario in difesa delle rotte e dei 167 posti di lavoro

07 maggio 2015
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CAGLIARI. No alla privatizzazione totale del servizio e della gestione dei traghetti pubblici per Carloforte e La Maddalena. Difesa a oltranza dei 167 lavoratori della Saremar (la compagnia marittima controllata dalla Regione e in concordato preventivo) che hanno già ricevuto le lettere di licenziamento. Sono questi i punti forti dell’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio regionale proprio sul futuro della Saremar. La società è entrata in crisi fino a rischiare il fallimento da quando l’Unione Europea ha chiesto la restituzione dei 10 milioni ottenuti a suo tempo dalla Regione per finanziare la Flotta sarda. Da quel momento in poi la situazione è precipitata fino al rischio che senza la privatizzazione (ormai obbligatoria entro l’anno) saltino i servizi pubblici di collegamento con Carloforte e La Maddalena e col rischio anche di un licenziamento in massa dei dipendenti. Ora c’è però l’ordine del giorno unitario, primo firmatario Luca Pizzuto di Sel. Il documento impegna «la Giunta ad aprire, sostenuta dal Consiglio e dai parlamentari ed europarlamentari sardi, un tavolo di confronto con il Governo per non vincolare l’erogazione del contributo statale – è di circa 13 milioni – alla privatizzazione del servizio e anche inserire una clausola sociale che preveda il trasferimento dei lavoratori della Saremar al nuovo gestore». Prima del voto, maggioranza e opposizione si sono confrontare in un dibattito serrato. Luca Pizzuto e Pitro Cocco (Pd) hanno detto tra l’altro: «Dev’essere massimo l’impegno per garantire la funzione sociale del trasporto marittimo con le isole minori fino a ottenere dal Governo le risorse che consentano di mantenere la gestione e il controllo pubblico del trasporto anche in forma mista pubblico- privata». Concetto ribadito anche dalle opposizioni con Gian Luigi Rubiu (Ap-Udc): «Non solo devono rimanere inalterati i posti di lavoro, ma va garantito in futuro un servizio efficiente». Per l’assessore ai Trasporti Massimo Deiana: «È proprio il servizio in sè che non può essere privatizzato e neanche è privatizzabile. Deve restare pubblico a prescindere da chi lo gestirà dopo il bando». Dovrebbe essere proprio questo l’impegno e anche la garanzia di un futuro per i traghetti pubblici e i dipendenti dell’ormai ex Saremar.

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