La Nuova Sardegna

classifica infrastrutture

di Luca Rojch

SASSARI. Chilometri di parole. Promesse che si spalmano liquide come asfalto su un'isola senza strade, ferrovie, stazioni, servizi. La passerella del presidente dell'Anas dimissionario Pietro Ciucci...

07 maggio 2015
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SASSARI. Chilometri di parole. Promesse che si spalmano liquide come asfalto su un'isola senza strade, ferrovie, stazioni, servizi. La passerella del presidente dell'Anas dimissionario Pietro Ciucci diventa una camminata con sguardo sulle rovine. Lui rassicura: «Termineremo 5 lotti della Sassari-Olbia entro la fine del 2015». E le sue dichiarazioni sono a metà tra l'ottimismo sfrenato e una certa convinzione nell'esistenza dei miracoli.

Numeri controversi. I dati di 20 giorni prima forniti dal governo sembravano descrivere un’altra strada. Nel Documento di programmazione economico finanziaria, il Def, è spiegato che è stato completato appena il 9 per cento dei lavori sulla Sassari-Olbia. Doveva essere pronto il 50 per cento dell’opera. Dovevano essere già stati spesi 443 milioni di euro per portare avanti i cantieri, ne sono stati impiegati appena 81. Il senatore del Pd Silvio Lai ha messo in evidenza che se si dovesse mantenere questa velocità, si fa per dire, di esecuzione la strada sarà pronta in 10 anni.

Ottimismo. L'ottimismo di Ciucci, che dovrebbe terminare il suo mandato tra qualche settimana al massimo, potrebbe non trovare troppo consenso. Alla fine anche il presidente deve ammettere che due lotti della Sassari-Olbia non sono stati consegnati, due tra i più importanti. Ma questo quasi non conta. Il suo ottimismo è incrollabile.

Infrastrutture. A scalfire le certezze granitiche di Ciucci sull’efficienza della macchina di Governo bastano i dati dell'infrastrutturazione dell'isola. In altre parole quali siano i collegamenti e la loro qualità per spostarsi in Sardegna. I dati emergono in un incontro organizzato dalla Cisl a cui partecipano Anas, Regione e Rfi. Lo studio statistico è da depressione profonda. Se si prende come riferimento 100 come vetta della qualità delle infrastrutture l'isola galleggia sul fondo della classifica. È terzultima, in coda tra le regioni Italiane. La Sardegna è a 17 per le ferrovie. Appena a 45 per le strade. Gli impianti energetici e ambientali arrivano a 40, quelli telematici a 42. La media sale solo per i porti, indice 80, e per gli aeroporti con un indice medio pari a 82.

Il quadro. I numeri lasciano capire come il gap di infrastrutture sia fortissimo. Non bastano le parole di Ciucci, che con abilità scivola davanti alle domande di chi fa l'elenco delle emergenze delle strade dell'isola. «L'Anas non è un ufficio reclami», si limita a dire il presidente. E poco conta se un anno e mezzo dopo il ciclone Cleopatra il ponte della Olbia-Tempio, 300 metri al massimo, non è stato ricostruito. Se tratti della 554 crollano come se fossero costruiti sulle sabbie mobili. Se nel 2012 l'Anas avesse annunciato che la Sassari-Olbia sarebbe stata consegnata entro il 2015, al massimo 2016.

In coda. Ma non sono solo le strade a inchiodare l'isola nel fondo della classifica. La Sardegna è terzultima nella graduatoria delle regioni per la qualità delle infrastrutture con un divario di 48 punti dall'indice medio nazionale.

E per ora dal Governo ci si ferma agli annunci. 100 milioni per la rete ferroviaria, spiccioli rispetto alle reali esigenze di un sistema ancora molto arretrato. E resta il grande ostacolo dell’insularità che penalizza imprese e privati. Gap mai affrontato dal governo.

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