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architettura

Quando Sassari si innamorò dello stile di Raffaello Oggiano

di Pasquale Porcu
Quando Sassari si innamorò dello stile di Raffaello Oggiano

Grazie al Fai la Biblioteca universitaria ha acquisito i disegni dell’ingegnere. Al Circolo Sassarese un convegno con Pier Simone Simonetti

06 maggio 2015
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SASSARI. Domani giovedì 7 alle 17.30, nelle sale del Circolo Sassarese in via Mercato verrà presentato il Fondo dell'ingegner Raffaello Oggiano, donato alla Biblioteca universitaria di Sassari dalla signora Pinuccia Mura Azara, su segnalazione del FAI - Delegazione di Sassari.

La recente acquisizione è costituita da volumi, riviste, opuscoli e importanti cataloghi specializzati e inoltre progetti, lucidi, disegni, lettere, foto, carte. Una mole di materiale che consente di ricostruire l’attività professionale di Oggiano e una parte importante della storia dell’architettura del Novecento in Sardegna.

Una operazione quella promossa dal Fai che si spera possa essere imitata da altri privati che potrebbero donare i loro archivi a istituzioni in grado di conservarli al meglio e di metterli a disposizione di ricercatori e studiosi.

La presentazione. Nell'incontro di domani, al quale sarà presente anche Virgilio Mura, dopo i saluti di Francesco Azzena (presidente del Circolo Sassarese), parleranno Maria Teresa Accardo Longinotti (responsabile Fai di Sassari), Maria Rosaria Manunta (direttrice della Biblioteca universitaria di Sassari) e l'architetto Pier Simone Simonetti che negli anni passati, insieme all'architetto Elena Cenami, ha dedicato una particolare attenzione allo studio all'urbanistica e architettura del primo trentennio del Novecento. Moltissimi, in quegli anni, gli edifici che a Sassari portano la firma dell'ingegner Oggiano.

Una rivoluzione. Una firma che rimanda a un periodo di importanti trasformazioni urbanistiche per la città. In quegli anni, anche a Sassari hanno avuto spazio le esperienze moderniste diffusesi in alcune regioni italiane. E questo nonostante la forte crisi economica che interessò la Sardegna settentrionale a cavallo tra Otto e Novecento. Una crisi originata dalla congiuntura che interessò la viticoltura, il credito, i rapporti commerciali con la Francia (soprattutto dopo la rottura dei rapporti doganali).

Una tale situazione ha prodotto effetti tali da rallentare gli investimenti nel campo dell'urbanistica e anche nell'edilizia privata. Eppure, tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento si fanno spazio, a Sassari, sia nelle opere pubbliche che nelle costruzioni private le tendenze che caratterizzano le esperienze di alcune regioni di Italia e dell'estero. In particolare il Liberty.

I villini di Cappuccini. E così dopo i progetti dell'Acquedotto, del Mercato Civico, del Mattatoio di fine Ottocento, ecco la nascita dei numerosi villini (con un imprinting riconoscibile) sia nel colle dei Cappuccini che in via Roma e a ridosso di piazza d'Armi.

In questo clima si fanno strada progettisti come l'ingegner Raffaello Oggiano, nato a Sassari nel 1871 e nella sua città è morto nel 1973. Si era laureato in ingegneria nel Politecnico di Torino nel 1905. Il suo primo progetto importante è stato, nel 1912-13 . la costruzione del Regio Istituto Tecnico, attuale Istituto Magistrale. Realizzazione affidata a un privato, Francesco Ardisson ( cui il Comune avrebbe corrisposto un fitto annuo , 5,50% della spesa, per nove anni rinnovabili). Con la stessa formula (e lo stesso imprenditore privato) sono stati riavviati i lavori della scuola elementare di San Donato. Il progetto, con i lavori avviati nel 1910 e poi interrotti per via degli eventi bellici era stato ripreso da Oggiano che aveva progettato un piano in più e aveva concluso l'opera nel 1922.

Tra le opere più famose dell'ingegner Oggiano ci sono la Casa Falchi in viale Caprera e la Casa Farris in viale Trieste (Anni 1912-14).

Le opere. Da ricordare anche la Casa Oggiano in Viale Umberto, (1925.26) e, negli stessi anni Casa Azzena-Mossa in Viale Italia. Al biennio 1929-31, poi, risale la facciata dell'Università degli Studi. Mentre è del 1935-41 il piano per il Quartiere di Piazza Sacro Cuore. Realizzato tra il 1937 e il 1941 e fortemente innovativo nel disegno di impianto. Un'altra opera che merita di essere segnalata è la "Case dei Mutilati" (1931), palazzine di matrice razionalista di soli tre piani realizzate nella parte più bassa del Fosso della Noce.

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