La Nuova Sardegna

LA RIVOLTA»IN ANGLONA

di Gabriella Grimaldi

INVIATA A VALLEDORIA. Il regalo che lo Stato gli ha fatto, dice il sindaco di Valledoria Tore Terzitta, è di farsi l’abbronzatura anticipata, gustare i piatti prelibati che vengono offerti dai vicini...

05 maggio 2015
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INVIATA A VALLEDORIA. Il regalo che lo Stato gli ha fatto, dice il sindaco di Valledoria Tore Terzitta, è di farsi l’abbronzatura anticipata, gustare i piatti prelibati che vengono offerti dai vicini generosi e «cosa molto più importante, riprendere a parlare con la gente dei problemi che riguardano la nostra comunità». Terzitta, che da qualche giorno presidia la struttura destinata dalla Prefettura all’accoglienza dei migranti “a bordo” di un vecchio camper, fa una corsa dal municipio, dove ha appena incontrato il comandante della Polizia municipale. A parte qualche veloce fuga il primo cittadino da quattro giorni, aiutato da alcuni suoi fedelissimi, non si sposta dalla via su cui dà l’ex residenza per anziani che oggi è stata affidata a una cooperativa romana aggiudicataria dell’appalto per l’assistenza di una parte dei profughi che sono ospitati in una struttura di Lu Bagnu a Castelsardo.

Perché no. Ieri Terzitta ha ricevuto la visita del viceprefetto di Sassari Gianfranco Galaffu che, con l’assistenza di un vigile del fuoco, ha svolto un sopralluogo nella struttura di via IV Novembre. «Vedremo cosa verrà fuori – dice il sindaco –. A me il viceprefetto ha chiesto se come amministrazione siamo disponibili ad accogliere 34 persone e io ho risposto di sì». Trentaquattro e non una di più perché, ed è il fulcro della protesta del sindaco, la struttura non sarebbe in grado di ospitare più persone. «Tant’é vero – dice Terzitta, circondato dai suoi consiglieri – che nel 2012, quando ancora nella residenza vivevano gli anziani, ricevemmo un ordine di sgombero perché venivano ospitate 41 persone anzichè 34. Noi eseguimmo e poi la casa di riposo chiuse per altri motivi un anno dopo. Quindi riteniamo, per il bene della comunità ma anche delle persone che verranno a stare qui, che quel numero non possa essere superato. Non è possibile trasformare un’operazione di solidarietà in un problema di ordine pubblico». L’altro viceprefetto di Sassari, Salvatore Serra, ha dichiarato invece che la struttura di Valledoria potrebbe ospitare più persone di quante ne ospitava prima perché gli anziani hanno bisogno di maggiori spazi e di locali dedicati, come l’infermeria, che adesso si potrebbero riadattare per l’ospitalità dei migranti. La ex residenza attualmente ha 18 camere e 16 bagni.

Niente ghetti. Una constatazione che di sicuro non piacerà al sindaco, molto agguerrito nel mantenere saldo il proprio punto di vista e rispettare i patti con la cittadinanza che, a quanto sembra, non rifiuta l’idea di aiutare il prossimo in difficoltà, ma non vuole che nel proprio centro sorga un ghetto.

Dubbi sulla gara. L’altra obiezione di Terzitta riguarda il modo di procedere dello Stato che ha “saltato” completamente l’amministrazione locale nella scelta di destinare alcuni dei migranti a Valledoria. «Capisco le esigenze in caso di emergenza ma qui si tratta di una gara d’appalto passata sopra le nostre teste». E per vederci più chiaro Terzitta ha chiesto l’accesso agli atti relativi alla gara vinta dalla coop romana. Il bando era relativo all’accoglienza di 400 persone nella provincia di Sassari per 285 giorni con un compenso di 35 euro a persona al giorno. La società si è aggiudicata l’appalto con un ribasso del 6%. Oggi comunque sarà un altro giorno importante: il sindaco è convocato in Prefettura a Sassari, assieme ad altri colleghi, per il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. Forse si saprà qualcosa di più.

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