La Nuova Sardegna

Sassari

Pranzò con Mesina, licenza revocata

di Daniela Scano
Pranzò con Mesina, licenza revocata

Il caso di Cosimo Cuccureddu, socio della Sgs (vigilanza). A rischio 160 guardie giurate, sull’azienda deciderà il Tar

20 gennaio 2015
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SASSARI. Ristorante prestigioso, menù eccellente, un ministro con il suo staff attovagliati nella stessa sala. Momenti lieti per i tre commensali, ma il pranzo rischia di restare per sempre sullo stomaco a due di loro e ad altre 160 persone. “Colpa” di Graziano Mesina, ospite d’onore a tavola quando l’ex “re del Supramonte” veniva riverito come un divo. Era il 15 aprile del 2013 e perfino il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, notando l’ex bandito di Orgosolo seduto al tavolo del ristorante sassarese, si fermò per qualche convenevole.

Pochi mesi dopo quel pranzo al Giamaranto di Sassari, Mesina finì in carcere con accuse gravissime e il sospetto di avere progettato il sequestro-lampo del re dell’istituto di vigilanza Coopservice Gavino Satta, 54 anni, di Uri. Prova lampante che il vecchio lupo non aveva perso il vizio, commentò chi non aveva mai creduto alla sua metamorfosi. Di certo tra questi c’erano i magistrati della Dda e i carabinieri che da mesi tenevano d’occhio Graziano Mesina. Pertanto non c’è da stupirsi se il 15 aprile del 2013, i tre commensali del Giamaranto attirarono l’attenzione degli investigatori che seguivano Grazianeddu in ogni suo spostamento. Tra di loro c’era Cosimo Cuccureddu: socio di spicco della “Sgs Sardinia General Service”.

Oggi, effetto collaterale di quell’incontro a tavola, la società di Cuccureddu si trova sull’orlo di un burrone e 160 guardie giurate potrebbero essere costrette a restituire le loro licenze nelle mani del prefetto di Sassari. Distintivo e lavoro sono in forse a causa di una tempesta perfetta che agita i vertici della società di vigilanza titolare dell’appalto alla Asl e di recente vincitrice di una gara da cinque milioni di euro per la sorveglianza degli stabili della Regione nel nord Sardegna.

Per capire cosa è successo è necessario ripartire da quel pranzo in ristorante tra Cuccureddu e Mesina. In seguito a quell’incontro con l’ex “primula rossa”, comprovante frequentazioni giudicate poco consone per un tutore privato dell’ordine, il prefetto di Sassari ha respinto l’istanza di Cuccureddu a ottenere la licenza necessaria per gestire l’istituto di vigilanza. In base a un accordo fra soci, un anno fa Delogu si è dimesso e il Cda ha eletto come suo successore Cosimo Cuccureddu. Ma il passaggio di consegne si è inceppato e poi si è bloccato. Perché nel frattempo Mesina era stato arrestato con accuse gravissime che gettano ombre anche su quel pranzo.

Cosimo Cuccureddu (che non è mai stato indagato e neppure sentito come persona informata sui fatti) stando ai tabulati della Dda aveva intrattenuto rapporti telefonici con Grazianeddu. Secondo gli investigatori è possibile che l’ex ergastolano abbia accolto l’invito a pranzo per ottenere qualche informazione utile al suo piano di rapire Gavino Satta. Cuccureddu, che di Satta è stato socio all’inizio della carriera, afferma che nel corso della conversazione non è mai stato fatto il nome del collega.

Le giustificazioni di Cosimo Cuccureddu non hanno convinto i funzionari della prefettura. Il 16 dicembre, con due distinti decreti, il prefetto ha respinto la richiesta di Cuccureddu ritenendolo "persona avvicinabile e potenzialmente condizionabile da soggetti di particolare spessore criminale e referenti di gruppi malavitosi più ampi, contraddistinti da spiccata capacità a delinquere con evidente grave pericolo per la corretta conduzione dell'istituto di vigilanza". Nella stessa giornata, la prefettura ha anche revocato l'autorizzazione prefettizia a Giovanni Angelo Delogu.

Il 15 gennaio, accogliendo una istanza degli avvocati Bettino Arru, Mauro Barberio e Roberto Uzzau, i giudici della prima sezione hanno sospeso l’efficacia di un decreto di revoca della guida della “Sgs” con conseguente revoca dei decreti di nomina di guardia particolare giurata e dei libretti di porto d’armi rilasciati a tutte le guardie giurate dipendenti della società.

I giudici amministrativi hanno fermato le lancette dell’orologio in attesa di verificare nel merito le ragioni degli avvocati di “Sgs”. Accadrà nell’udienza del 25 marzo e solo allora la società saprà se potrà continuare a operare nel mercato.

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