La Nuova Sardegna

“Abba”, una canzone per scacciare l’alluvione

di Walter Porcedda

Beppe Dettori, il coro “Remunnu e’ Locu” e Paolo Fresu venerdì a Bitti in un progetto di solidarietà

17 dicembre 2014
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BITTI. “Abba chi ses Mamma de armonia, torra a sa delicatesa tua, cola move ischidande sa zente mia". Ha la forza rituale di una preghiera, "Abba", il brano che venerdì alle 21 al teatro Ariston di Bitti presenteranno Beppe Dettori, il coro a tenores "Remunnu e' Locu" e il trombettista Paolo Fresu, cuore di un progetto di musica e solidarietà, "Aiutare l'arte con l'arte", nato all'indomani dell'alluvione _ che colpì tra gli altri anche il centro del nuorese _ e finalizzato a raccogliere fondi per costruire il museo del canto a tenore. «Con l'autore del testo, Alessandro Carta, al secolo Nicola di Banari (le musica è invece di Luca Chiaravalli) con il quale collaboriamo da anni, scrivemmo questo brano assai prima dell'alluvione del novembre 2013. Volevamo dedicare il brano all'acqua che è parte integrante della nostra esistenza. Era venuto fuori un pezzo di quelli “scuotialbero” che provocano e spingono al cambiamento. Un brano assai duro e diverso da quello attuale. Quasi premonitore di quanto sarebbe accaduto poi. Alla luce di quanto ha insegnato la natura, proprio in quei giorni, abbiamo riflettuto come, davanti a tragedie simili, talvolta all’uomo non resta che invocare l'acqua, quasi in modo pagano, affinchè questa torni al suo stato naturale: armoniosa e serena».

Come è nato il progetto "Aiutare l'arte con l'arte"?

«Nel dicembre del 2013 al teatro del Verme a Milano si tenne un concerto di solidarietà per le popolazioni colpite in Sardegna dal ciclone "Cleopatra". Partecipammo con i Tazenda, Paolo Fresu e Davide Van De Sfroos. Il Comune di Bitti, che aveva in cassa 600 mila euro di fondi europei da destinare al museo del coro a tenore, li utilizzò per l'emergenza. E' stato logico dedicare il nostro progetto per ripristinare quel museo».

Da qui "Abba" con Fresu e il coro a tenores.

«Sono un appassionato di canto armonico e a tenore, con il coro di Bitti, a cui chiedo sempre lumi sul loro canto, c'è da sempre un ottimo rapporto. E' stato logico coinvolgerli in questo progetto. Prima ancora di contattarli ne avevo già discusso con Fresu, finchè a maggio scorso si è riusciti a concretizzare un incontro nato sull'onda dell'entusiasmo di tutti i partecipanti, anche sul piano artistico. Proprio in quel periodo, dopo l'addio ai Tazenda, stavo ripensando la mia attività e chiedevo consiglio a gente che stimo come, appunto, i tenores di Bitti e Fresu. Ho avuto una visione: io, Paolo e i tenores sullo stesso palco. Tre storie differenti ma che potevano coesistere in uno stesso disegno artistico. Guardando oltre i propri percorsi è possibile mettersi al servizio di un'idea. Esattamente come è accaduto ad esempio ad Olbia nei giorni dell'alluvione dove c’è chi ha messo da parte anche dissapori personali e rancori per ricostruire assieme la città dopo il disastro».

Cosa accadrà venerdì sul palco di Bitti?

«Presenteremo il progetto dell'album che dovrebbe essere pubblicato a metà febbraio. Non solo "Abba" quindi ma anche altri brani, scritti ancora da Carta e da Michele Pio Ledda, dove è previsto lo stesso tipo di incontro tra me, i tenores e la splendida tromba di una superstar come Paolo Fresu».

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