La Nuova Sardegna

Dieci indagati per truffa negli uffici giudiziari di Sassari

di Nadia Cossu
Dieci indagati per truffa negli uffici giudiziari di Sassari

Informazioni di garanzia al coordinatore dei giudici di pace e a cancellieri del civile e del penale La Procura di Roma è partita da una denuncia sulla situazione nella sede di via Casu

16 dicembre 2014
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SASSARI. L’occhio della telecamera non tradisce e infatti a supporto dell’inchiesta della Procura di Roma ci sarebbero proprio registrazioni video che “inchioderebbero” gli indagati per presunti casi di assenteismo dal posto di lavoro e per altri episodi che la Procura racchiude nell’ipotesi di reato di truffa aggravata.

Al momento sarebbero dieci le persone alle quali è stata notificata un’informazione di garanzia: tra tutti il coordinatore dei giudici di pace di Sassari e alcuni suoi collaboratori degli uffici di cancelleria civile e penale.

Un vero e proprio terremoto che si abbatte sul tribunale di Sassari. L’inchiesta della Procura di Roma (competente perché è coinvolto anche un giudice) sarebbe partita circa un anno fa in seguito a una denuncia per il presunto assenteismo di alcuni impiegati dell’ufficio di via Casu. I dettagli dell’operazione sono off limits considerato che soltanto ieri è stato notificato agli interessati il provvedimento della Procura romana che non è però un avviso di conclusione indagini (quello che tecnicamente si chiama 415 bis) che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio del pm. In sostanza: l’indagine è in corso e potrebbe anche concludersi con un’archiviazione. Ecco perché, in questa fase, usare il condizionale è d’obbligo.

Dalle prime notizie trapelate sembrerebbe che alcuni impiegati degli uffici di cancelleria avessero l’abitudine di mettersi d’accordo sulla copertura dei turni del rientro pomeridiano. In pratica qualcuno non sarebbe andato a lavorare ma nel registro sarebbe comparsa comunque la firma di presenza. Registro che sarebbe stato “comparato” con le immagini riprese da una telecamera puntata sull’ingresso degli uffici che avrebbe rivelato le assenze – e non le presenze quindi – di alcuni dipendenti dal posto di lavoro. Da qui la decisione di far luce in maniera più concreta e precisa sulla vicenda con un incarico che, operativamente, è stato affidato ai carabinieri del comando provinciale di Sassari.

Nel fascicolo di inchiesta sarebbero finite diverse intercettazioni ambientali che la Procura avrebbe disposto proprio per individuare eventuali responsabilità e provare a chiudere il cerchio sulla denuncia che ha fatto scoppiare il caso giudiziario.

Sempre stando alle prime indiscrezioni non è escluso che alla truffa – almeno per qualcuno degli indagati – possa aggiungersi anche un’altra ipotesi di reato: l’abuso d’ufficio per esempio. Nell’ambito dell’inchiesta potrebbero infatti essere emersi casi di affidamento di incarichi di favore a esterni ma anche in questo caso nulla di certo può esser scritto senza i necessari riscontri investigativi.

Di certo, al momento, c’è che la “visita” dei carabinieri negli uffici del giudice di pace ieri mattina non è passata inosservata, tantomeno la consegna dei verbali di identificazione agli indagati con l’indicazione dell’elezione del domicilio (per le notificazioni) e la nomina dell’avvocato di fiducia. Tutti passaggi che presuppongono l’esistenza di un’indagine a carico delle persone cui quegli atti vengono notificati. E infatti sono partite immediatamente le telefonate ai legali per la richiesta di tutela. Qualcuno sarebbe caduto dalle nuvole, qualche altro sarebbe pronto a dimostrare la propria estraneità rispetto al reato di truffa che, nell’articolo 640 del codice penale viene descritto così: «Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni», pena che aumenta in alcuni casi come ad esempio quello in cui la truffa sia commessa ai danni dello Stato o di un altro ente pubblico. In quest’ultimo caso la pena può arrivare anche a cinque anni.

Per ora non resta che attendere gli sviluppi dell’inchiesta di Roma che – non è escluso – potrebbero avere breve scadenza.

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