La Nuova Sardegna

CRISI

Natale, crolla il budget per i regali: la spesa cala di 5 milioni di euro

di Pier Giorgio Pinna
Natale, crolla il budget per i regali: la spesa cala di 5 milioni di euro

Saranno spesi 160 milioni. Dal 2012 si è ridotta di 10 milioni nell’isola la disponibilità per gli acquisti. C’è chi punta su gioielli e hi-tech, ma solo il 68 per cento dei sardi metterà un dono sotto l’albero

15 dicembre 2014
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SASSARI. Vetrine appannate e shopping natalizio sotto tono: le luci dell'albero non resteranno spente, ma le previsioni non sono incoraggianti. La Confcommercio stima in -3,2% il calo di vendite. La Confesercenti si prepara a una riduzione del monte-spese che tiene conto dei negozi costretti a chiudere dal 2010 a oggi: -12%. Dopo il ponte prolungato della festa dell'Immacolata ma non ancora arricchito dalle tredicesime, arriva qualche segnale di ripresa. Però l’ottimismo resta circoscritto. Tocca hi-tech, alimentari, poche gioiellerie. Nessuna novità positiva per abbigliamento e arredi casa.

Se così le spese dei sardi per il Natale vengono quantificate in 160 milioni, oggi si calcola un taglio per i regali che si avvicina ai 5 milioni. Cifra che, sommata al calo analogo del 2013, in 2 anni farà scendere di 10 milioni gli introiti nell’isola.

Reazioni e commenti. «Da troppi anni si parla di crisi, generando la disfatta dell'Italia dietro questa parola, quasi a dire che non è colpa nostra», attacca il presidente regionale di Confesercenti, che non si stanca d'indicare i nemici nella burocrazia e nelle tasse. «In realtà le nostre economie sono crollate a causa di errori dovuti a scelte politiche-fiscali e a un'insana passione per la delocalizzazione delle produzioni – spiega con estrema decisione Marco Sulis – La pressione tributaria, diretta e indiretta, è in costante aumento. E il sistema di riscossione appare talmente inadeguato, asfissiante, poco etico e vessatorio da lasciare uno spazio esiguo a soluzioni di recupero».

Analisi e opinioni. Così, secondo il rappresentante della Confesercenti, i giovani scappano e i più anziani non se la passano meglio. «Non passa giorno in cui qualche titolare di azienda che conosco non mi chiami per salutarmi annunciando che si trasferirà all’estero», continua Sulis. Il quale dice di vedere così «una Sardegna senza futuro e senza speranza. Dove «chi lavora non ha niente» e dove «è diventato impossibile fare impresa».

Effetti collaterali. Ma quali sono le spie di una recessione che non risparmia il Natale? Una per tutti: la decisione, a Oristano, di non predisporre neppure le tradizionali luminarie. C'è però qualche luce di speranza. Se a Tempio per l'anteprima delle feste è stato organizzato il Festival dei sapori e a Tortolì si programma un fitto calendario di manifestazioni, a Nuoro la Confcommercio promuove "Natale in vetrina" per premiare gli allestimenti più suggestivi. Attraverso il presidente regionale sostiene tuttavia di non intravedere comunque accenni di ripresa. «Soprattutto se si escludono l'alta gamma dell'oreficeria e qualcosa negli alimentari», tiene a rimarcare Agostino Cicalò. Secondo il quale, nonostante le iniziative intraprese dagli operatori per proposte incentrate sulla qualità, il mercato ristagna. «Ed ecco perché– aggiunge – il mio invito ai consumatori è sempre di privilegiare negli acquisti i prodotti della nostra isola».

Cause e difficoltà. Ma quali sono i fattori che rendono il quadro tanto allarmante? Oltre che nelle imposte troppo elevate, la Confcommercio individua i maggiori aspetti negativi «nei redditi al palo e nella fiducia in calo». Il carico fiscale di dicembre neutralizza l'effetto positivo del bonus da 80 euro, dicono. «E se le tasse si portano via a livello nazionale 1 miliardo e 400 milioni di potenziali acquisti, è facile prevedere che cosa succederà da noi con una crisi costante che dura da almeno 5 anni», spiegano ancora in Confcommercio.

Tipi e generi. Restano invece improntate alla tradizione le scelte sui pacchi dono: giochi, libri, profumi. Cresce la quota di prodotti tecnologici: 16%, tra telefonia e informatica, e gli under 35 confermano la propensione all'e-commerce. Ma in genere oltre 40 sardi su cento conterranno il budget entro le 100 euro: in media 35-40 meno rispetto al 2012.

Confesercenti. In questo quadro Marco Sulis ritorna sulle cessazioni di attività commerciali. E puntualizza: «Dai dati in nostro possesso, ricavati dal rapporto trimestrale di Movimprese.it, il saldo negativo delle imprese influirà anche su questo Natale». «Non manca chiaramente la voglia di essere propositivi, e perciò nell'isola i stiamo già realizzando iniziative di stimolo e promozione per le feste, ma la politica la smetta di tenerci al guinzaglio: deve liberare risorse immediatamente», incalza. E conclude poi con un appello: «Basta con una burocrazia asfissiante, basta con le decisioni prudenziali e protezioniste, basta con la conflittualità: occorre agire tutti insieme per ridare fiato alla nostra creatività».

Confcommercio. «Con i redditi che non crescono è poi abbastanza evidente il successo in settori tipo l'abbigliamento dei centri per la grande distribuzione come Zara», chiarisce dal suo punto di vista Agostino Cicalò. La sua organizzazione, in collaborazione con CdC & Partners, ha svolto un'indagine sulle attese di consumi a livello isolano proprio per Natale. Riprendendo le stime nazionali ci si è concentrati sulla quota di potenziali acquirenti. «Il risultato? Solo il 68% dei sardi, contro l'85% del dato nazionale, questo dicembre è intenzionato a fare regali – dichiara in ultima analisi il dirigente di Confcommercio – Mentre, contro il 75,2% della media italiana, addirittura l'86% degli intervistati prevede nell'isola un Natale dimesso».

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