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I culurgionis ogliastrini ottengono il marchio Igp

I culurgionis ogliastrini ottengono il marchio Igp

Via libera del ministero, poi arriverà l’autorizzazione formale di Bruxelles. Nel comitato promotore diciassette aziende con un totale di cento dipendenti

14 dicembre 2014
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CAGLIARI. I culurgionis d’Ogliastra hanno ottenuto il marchio Igp, primo riconoscimento assoluto per la pasta fresca. Un risultato importante sul piano economico. Il Comitato presieduto da Vito Arra è in festa: «Il ministero ha dato il via libera al nostro marchio», spiega Arra. Igp è un acronimo che sta per «indicazione geografica protetta»; riconoscimento fondamentale non solo per la qualità del prodotto ma per la commercializzazione. Basti pensare al parmigiano reggiano, alla bresaola della Valtellina o al prosciutto di Parma, marchi riconosciuti in tutto il mondo.

Superato l’ostacolo ministeriale, la pratica passa agli uffici di Bruxelles ma a questo punto si tratta poco più di una formalità. Il Comitato presieduto da Vito Arra è composto da diciassette aziende ogliastrine con un fatturato complessivo che si aggira attorno ai quattro milioni di euro. Vi lavorano un centinaio di persone: «La nostra manodopera è tutta locale», ci tiene a precisare Vito Arra, «non siamo certo di quelle industrie che delocalizzano».

L’agroalimentare è indicato da tutti gli esperti come uno dei settori che in Sardegna ha margini di crescita. Settori tradizionali che, però, hanno bisogno delle innovazioni di prodotto. «Stiamo collaborando con Porto Conte ricerche», afferma Arra, «ma il nostro vero obiettivo adesso è disporre di un semilavorato di materie prime locali». Che significa avere a disposizione un quantitativo ingente e non sporadico di patate, ingrediente alla base del culurgionis.

Non è facile: la base produttiva della Sardegna è debole, tanto che la bilancia commerciale segna rosso profondo. Si importa di tutto: dal prezzemolo alle patate. Ed è anche per questo che la legge in preparazione in Consiglio che prevede l’istituzione di un marchio Sardegna a patto che si usino solo materie prime locali rischia di essere un boomerang. Un esempio? Per via della peste suina i produttori di culurgionis che usassero strutto sardo non potrebbero esportare i loro prodotti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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