La Nuova Sardegna

Il Mater Olbia pronto alla fine del 2015

di Luca Rojch
Il Mater Olbia pronto alla fine del 2015

Ma le prime strutture saranno aperte a marzo. Il deputato Gian Piero Scanu: «Oggi inizia una nuova era per la Sardegna»

13 dicembre 2014
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OLBIA. Benvenuti nel futuro. Non ha dubbi il responsabile della Qatar foundation endowment Lucio Rispo. «Da oggi si inizia a correre». L'ultima firma ha sigillato l’accordo che apre il Mater Olbia. L’ex San Raffaele diventa realtà. Il supermanager del Qatar mostra il passo spedito che piace all'emiro. Non ci sono incertezze. «Andiamo avanti come previsto – spiega Rispo –. Certo i tempi dilatati per chiudere tutto l'aspetto burocratico legato all’acquisizione di un building e delle aree ci hanno creato qualche difficoltà, ma ora andiamo oltre».

Apertura nel 2015. Già fissate le date. Confermata l'apertura per il primo marzo 2015, anche se in un certo senso sarà simbolica. «Inizieremo ad avviare i primi servizi in strutture che concorderemo con il Comune di Olbia e la Regione». In altre parole gli edifici che alcuni funzionari della Qf hanno già visto a Olbia, nel vecchio ospedale e forse nell’edificio che ospitava il Comune. «Ma andranno avanti i lavori per la nuova struttura – continua Rispo –. L’ospedale aprirà entro la fine del 2015. Ma il completamento sarà progressivo». La Qatar foundation conferma anche l'investimento. 1,2 miliardi di euro.

L'architettura finanziaria. Rispo conferma anche l'architettura finanziaria dell'operazione Mater Olbia. I soldi per coprire il costo dell'investimento sono già stati portati un’Europa. Per ora sono in un conto intestato di una holding lussemburghese, la cassaforte che gestisce tutti gli investimenti della Qatar foundation nel vecchio continente. Come promesso lo stesso giorno della firma è stata creata una società, la Sardinia healtcare research. Ha la sede legale in Sardegna. «Per ora nello studio dei legali che hanno dato vita alla società – spiega Rispo –. Poi sarà trasferita a Olbia appena gli uffici che la ospiteranno saranno pronti. È partecipata al 100 per cento dalla Qatar foundation. Ha il compito di acquistare l'edificio, i terreni, comprare le apparecchiature indispensabili per far funzionare il centro». Ma la struttura complicata delle controllate che faranno capo alla Qatar foundation prevede la creazione di una seconda società. Il 60 per cento delle azioni saranno nelle mani della Qf, il resto, il 40 per cento, in quelle dei partner commerciali. Questa seconda spa avrà il compito di gestire l'ospedale e il centro di ricerca.

La mission. Nulla è cambiato rispetto al progetto iniziale. «Confermo – aggiunge Rispo – i piani e gli investimenti sono rimasti gli stessi. Quelli che avevano detto all’inizio. Il centro trasformerà l’isola in un hub sanitari di livello internazionale. In cui si porteranno avanti ricerche all’avanguardia, in stretto contatto con gli altri team sparsi per il mondo».

I posti di lavoro. Confermato anche il numero dei posti di lavoro. E il criterio per scegliere il personale. «Quello superspecializzato ad alto livello continuiamo a contattarlo – spiega Rispo –. Per un’altra parte di lavoratori sarà creato un portale su cui inviare il proprio curriculum. C’è un team di specialisti che si occupa di questo». Una scelta già annunciata, ma che ora viene ribadita dal responsabile della Qatar foundation.

L’accordo. L’accordo è stato trovato, dopo una lunga trattativa, a Palazzo Chigi davanti al sottosegretario Graziano Delrio. La Qf ha acquisito i terreni, 60 ettari intorno all’ospedale che serviranno per costruire la struttura di ricerca. «Tutto si è concluso nel migliore dei modi – continua –. Anche grazie al lavoro del presidente Matteo Renzi, del sottosegretario Delrio, del governatore Francesco Pigliaru e dell’azione costante del deputato Gian Piero Scanu. Oltre alla volontà dei vertici del Qatar».

I padri. Non trattiene l’emozione. Gian Piero Scanu è il padre di questo ospedale. Ha sempre creduto nel progetto. Anche quando il crollo dell’impero di don Verzè sembrava avere segnato il destino da incompiuta dell’ex San Raffaele. «Oggi si apre una nuova era per la Sardegna – dice Scanu –. Oggi inizia un’inversione nella sanità dell’isola. Da popolo di emigrati della sanità diventiamo una terra in cui verranno gli altri a curarsi. Ma paradossalmente questo rischia quasi di diventare un aspetto secondario. Oggi nasce un nuovo modello di sviluppo fondato sulla conoscenza. L’industria del sapere darà reddito, posti di lavoro, e ricchezza senza consumare un metro quadrato di terra. Senza impoverire la nostra isola dei suoi tesori. Al contrario completerà l’offerta turistica dell’isola. Ma si deve andare oltre. Pensiamo che la Sardegna sarà un centro di ricerca internazionale, collegata alle grandi università americane e dell’Europa. Collegata al network dei centri di ricerca che la Qf ha sparsi per il pianeta. Un hub di importanza mondiale, ma a servizio dei sardi e di chi vorra venire nell’isola per curarsi».

I grandi investitori. La Qf ha solo aperto la strada. Stanno per arrivare altri grandi gruppi che hanno confermato il loro interesse per il progetto. «La General electric è già uscita allo scoperto – continua Scanu –, ma ci sono anche Philips, Siemens, Cisco. Tutti lavoreranno nell’isola con proprie strutture, parallele e in stretta sinergia con la Qf, all’interno del Mater Olbia». Rispo conferma l’interesse e tutto l’elenco degli investitori.

L’occupazione. «Anche per questo – continua Scanu – i posti di lavoro saranno più di mille. Ma si deve capire che si apre una nuova era in cui la ricerca, la conoscenza diventa una industria che dà reddito. Ora spetta alla politica accompagnare questo processo. Spero che tutti siano all’altezza di questo compito».

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