La Nuova Sardegna

SASSARI. In principio c'era la famiglia. Nonni, padre, madre, figli, non di rado zii e zie zitelle o non accasati figure importanti per l’andamento della “casata”. Una famiglia allargata che nei centri più piccoli della nostra isola ancora ci guarda dalle piccole cornici composte sui sopralzi dei camini o penzolanti da qualche vecchio quadro posto nelle stanze buone delle famiglie più abbienti.

E dalla loro statica – spesso ieratica – compostezza bidimensionale ci parlano, si descrivono, ci raccontano con una immediatezza più toccante rispetto alle cronache antropologiche che possiamo indagare sui testi di storia, ci portano testimonianza, colori, suoni quasi, ambientazioni e tanto altro.

E grazie a quelle fotografie, a quelle testimonianze se noi abbiamo potuto rafforzare ed evidenziare le nostre radici, conoscere da dove, da chi, e spesso come siamo arrivati ai giorni nostri. Da queste storie nasce “F a m i l i a e”, un’idea voluta e realizzata da Stefano Resmini e Marco Ceraglia. Il progetto si divide in due fasi. Il primo momento vuole essere quasi un assaggio e si concretizza domani. Ad ospitare questo primo evento saranno due case, che si affacciano su piazza Tola:Palazzo d'Usini, la Biblioteca Comunale di Sassari, la Casa dei Libri e l'altra piazza Tola 27, la casa di “Cortesie per gli Ospiti”.

Per cominciare si è scelto di indagare un campione di cinque famiglie tipo, che vivono nella città di Sassari. Cinque famiglie che Marco Ceraglia ritrarrà ed esporrà in Piazza Tola 27 all'interno della rassegna “Cortesie per gli Ospiti”. Faranno compagnia ai nuovi ritratti, le immagini di quelle che furono le famiglie da cui provengono i componenti principali. Testimonianze di radici e confronto di realtà differenti. Palazzo d'Usini sarà invece il contenitore della ricostruzione di quella che una volta era la "bottega" del fotografo. Perché ritrarre ha un suo rituale preciso, ogni qual volta si debba fare un ritratto ed in particolare il ritratto di una famiglia che voglia lasciare ai posteri imperitura memoria. Un lavoro paziente e artigianale lontano dalla fretta e della facilità cui i mezzi odierni ci stanno abituando.Ecco quindi, il gruppo di famiglia coi capelli per l'occasione, gli abbinamenti ricercati, le scarpe buone, l'aria compita di chi è consapevole di scrivere e lasciare a futura memoria una testimonianza, un segno, la traccia di una storia, quella di appartenenza, propria, individuale, unica. Il passo successivo è la condivisione, il rimettere insieme con il vecchio, il confronto che diventa cultura e conoscenza. Le vecchie fotografie che dai bordi del camino si confrontano con le nuove, quelle figlie della modernità e dell'epoca digitale.

In comune certamente ci offriranno una cosa: l'evidenza di un gesto socialmente utile, culturalmente non sostituibile. Al tempo stesso queste immagini e questa ricerca proporranno probabilmente una tangibile testimonianza del cambiamento dei tempi, mostrando la "famiglia allargata" di coloro che mettono insieme i figli di "prima" con quelli di "dopo", con la famiglia arcobaleno, con la famiglia omo, con quella di fatto, con quella multietnica e multi religiosa. Queste immagini, metteranno a confronto le vecchie e le nuove "Familiae", si confonderanno e si confronteranno tra di loro, sollecitando riflessioni, nostalgie o stupori. Documenteranno con semplicità e senza bisogno di tanti trattati e parole, una evoluzione od involuzione che è sotto gli occhi di tutti quanti, che magari per pigrizia, comodità od incapacità di osservazione, passa superficialmente inosservata.

La chiusura del progetto si avrà nei primi mesi del 2015 a seguito del completamento della campagna di scatti dove verranno coinvolte una più ampia serie di famiglie. Questo consentirà l'allestimento e la progettazione di una interessante mostra fotografica dove rendere nuovamente – ma in maniera più esaustiva– visibile la ricerca sul tema Famiglia.