La Nuova Sardegna

Mater Olbia: c’è l’accordo, oggi la firma

di Luca Rojch
Mater Olbia: c’è l’accordo, oggi la firma

A Roma davanti al sottosegretario Delrio l’ultimo atto. Ci saranno i vertici della Qatar foundation e i curatori fallimentari

11 dicembre 2014
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CAGLIARI. In fondo è sempre stata una questione di fede. Da quando Don Verzè, l’inventore della fondazione Monte Tabor, mise la prima pietra del San Raffaele sulla collina alle porte di Olbia. Lo scatolone bianco da oggi avrà un’anima. Il Mater Olbia inizia la sua nuova vita. La maledizione del dopo don Verzè finirà davanti a un tavolo di Palazzo Chigi. Questo pomeriggio alle 16 si ritroveranno i vertici della Qatar foundation, i rappresentanti della procedura fallimentare e i responsabili del pool di banche che hanno tra le mani i debiti della fondazione Monte Tabor. Sarà l’ultimo atto che porterà all’accordo per il passaggio dell’ospedale nelle mani della cordata guidata da Qatar foundation e Bambin Gesù. A sancire l’accordo ci sarà il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio.

I terreni. L’ultimo ostacolo perché la Qatar foundation chiuda l’operazione è l’acquisizione dei terreni intorno all’ospedale. L’edificio era già nelle mani della cordata da ottobre. L’accordo era stato trovato per una cifra vicina a 30 milioni di euro. Ma c’era un’altra difficoltà legata alle aree intorno all’edificio su cui dovrà nascere tutta parte nuova. La Qf offriva poco più di 4milioni di euro per i 60 ettari che circondano lo scatolone di cemento alle porte di Olbia. Ma l’accordo con i curatori fallimentari in questi mesi non è mai arrivato. I terreni sono un pezzo fondamentale del progetto del Mater Olbia, questo è il nuovo nome scelto dalla cordata che ha rilevato la struttura.

Il pessimismo. Gli ultimatum lanciati più volte dai compratori sono trascorsi, ma la trattativa è andata avanti serrata. Sottotraccia. Si sono limate posizioni e difficoltà tecniche fino all’accordo di oggi. Ma non sono mancati i momenti in cui l’affare sembrava a un passo dal fallimento.

I registi. La firma avverrà questo pomeriggio. Nessuna cerimonia per ora, anche perché la riunione serve perché le parti si confrontino davanti al sottosegretario Delrio. Il vice di Matteo Renzi nella sua visita lampo in Sardegna della scorsa settimana aveva detto che l’accordo sarebbe arrivato entro l’anno. Con molta probabilità già sapeva che si definivano i dettagli. Ma in pochi avevano creduto fino in fondo alle sue parole. La vicenda dell’ex San Raffaele somiglia a un giro sulle montagne russe delle emozioni. Il Qatar più volte sembrava a un passo dalla rottura. Gli uomini chiave che hanno tenuto unita la trattativa oltre Delrio sono stati il responsabile della Qatar foundation Endowment Lucio Rispo, il governatore Francesco Pigliaru e il deputato Pd Gian Piero Scanu.

I costi. Il Qatar ha messo sul piatto un investimento da 1,2 miliardi di euro. Soldi pronti a moltiplicarsi. Già da qualche mese General electric ha annunciato che sbarcherà nell’isola con un grosso impegno economico, voci informali parlano di un centinaio di milioni di euro, per il Mater Olbia. Per l’edificio la cordata ha già speso 30 milioni di euro. Lontani da quelli richiesti all’inizio da banche e curatori fallimentari. Ma Rispo ha sempre detto che sarebbe costato meno costruire un ospedale da zero da un’altra parte. Per ristrutturare l’ospedale e adattarlo alle normative e agli standard del Qatar servirebbe una cifra vicina agli 80 milioni di euro. Cifre che non vengono confermate in modo ufficiale dalla Qf.

La sfida impossibile. La Qatar foundation ha sempre detto che la struttura sarebbe stata aperta il primo marzo 2015. Ma ora sembra impossibile che la data venga rispettata.

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