La Nuova Sardegna

Dissesto idrogeologico i fondi solo nel 2018

di Luca Rojch
Dissesto idrogeologico i fondi solo nel 2018

L’assessore Maninchedda denuncia: troppe le richieste arrivate da tutta l’Italia Palazzo Chigi rimanda di tre anni il finanziamento dei progetti della Regione

06 dicembre 2014
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SASSARI. Raggirati dalla burocrazia di Stato. Come in un gioco di prestigio il governo riesce a nascondere i soldi che promette di dare. I 19 morti non bastano. I fondi contro il dissesto idrogeologico non arriveranno prima del 2018. La data la stabilisce l’assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda che racconta una storia tutta italiana di malaburocrazia.

Dopo alluvioni e vittime il governo decide di investire attraverso i fondi di sviluppo e coesione 3,2 miliardi di euro. Una cifra che si rivela ridicola. Perché da tutta Italia piovono programmi di intervento per 14,7 miliardi di euro.

Erasmo D’Angelis, capo della struttura tecnica di missione di Palazzo Chigi Italia Sicura, si trova costretto a fare una scelta. Con una rasoiata decide di finanziare solo una parte delle opere. Solo quelle che si possono realizzare con i 3,2 miliardi di euro.

Il criterio che viene stabilito è spiegato dall’assessore Maninchedda nel suo sito “Sardegna e Libertà”. «Il Governo italiano ha aperto il tema del rischio idrogeologico. In men che non si dica ha riaperto la piattaforma Rendis, prima chiusa. Ecco l’ordine imperiale: “Caricate i progetti”, poi la riunione plenaria Governo Regioni che si è svolta nei giorni scorsi. La Regione Sardegna si era preparata in modo leale e aveva caricato sulla piattaforma i piani di fattibilità e i progetti disponibili. Fino a sette giorni fa tutte le Regioni avevano dichiarato di avere più piani che progetti. Perché i progetti costano e non li si può realizzare senza avere coperture finanziarie. Il governo aveva detto che questo non era un problema. Ma i funzionari regionali presenti al Ministero mi hanno chiamato a fine serata e mi hanno avvertito che alcune Regioni, le solite, avevano tutte solo progetti esecutivi. Come mai? Presto detto. Il capo della struttura tecnica di missione ha dichiarato che per chi ha progetti definitivi e esecutivi i soldi arrivano subito, per gli altri nel 2018».

Così l’isola a pezzi, con il territorio che rischia di sbriciolarsi, di trasformarsi in fango sotto le piogge, non vedrà neanche un euro fino al 2018. Inutile sognare interventi per la messa in sicurezza del territorio. Terrapieni, canali, progetti futuristici per trasformare le zone più a rischio resteranno nel cassetto per i prossimi tre anni. Per chi vive nelle aree che possono finire sott’acqua rimane solo la poco tecnologica preghiera con gli occhi al cielo, nella speranza che le piogge non devastino il territorio.

Per ora l’isola resta fuori dal primo lotto degli interventi che riguarda il 2015-2017. Ma il rischio è che, visto il grande afflusso di progetti da tutta Italia, la Sardegna venga penalizzata un’altra volta e si trovi di nuovo in coda a contare gli anni di attesa prima di vedere i finanziamenti. Anche perché il governo ha previsto di investire 7 miliardi di euro in 7 anni e solo in questi giorni i piani di investimento presentati nella piattaforma creata dal governo sfiorano i 15 miliardi di euro.

L’isola travolta dall’alluvione del 18 novembre 2013 attende ancora le risorse per la ricostruzione delle zone danneggiate dalla furia delle acque. Oltre 500 milioni di euro promessi dal governo poche ore dopo il disastro. Ma che a distanza di un anno sembrano sempre più un miraggio.

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