La Nuova Sardegna

“La bilancia dell’angelo” della Botte e il Cilindro Ricetta di un successo

di Pasquale Porcu

SASSARI. Ha quasi il sapore di una parabola evangelica l'opera rappresentata sabato e domenica al teatro Ferroviario di Sassari. Si tratta della nuova produzione della compagnia La Botte e il...

02 dicembre 2014
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SASSARI. Ha quasi il sapore di una parabola evangelica l'opera rappresentata sabato e domenica al teatro Ferroviario di Sassari. Si tratta della nuova produzione della compagnia La Botte e il Cilindro che si ispira al racconto di Heinrich Böll "La bilancia di Balek" adattato per il teatro da Nadia Imperio e Pier Paolo Conconi, con la regia è di Pier Paolo Conconi.

Sul palco: Stefano Chessa, Luisella Conti, Nadia Imperio e Consuelo Pittalis. Le musiche originali (molto belle) sono di Mario Chessa (storico musicista dei Bertas), cantanti Maria Rosaria Soro, Enrica Virdis (entrambe collaborano in maniera stabile con i Bertas), luci Toni Grandi, costumi (bellissimi) di Luisella Conti e Nadia Imperio.

Intanto diciamo subito che la messa in scena colpisce per l’intelligenza del progetto: con pochi mezzi, i realizzatori di questo allestimento, hanno dimostrato che si può fare buon teatro con bei costumi originali e con uno stile della recitazione asciutto ed efficace.

Stile che ben si adatta ad una rappresentazione rivolta anche a spettatori con un'età molto giovane.

Perfettamente azzeccate anche le luci che ricreano magicamente le atmosfere nelle quali si sviluppa il racconto.

Il tema è quella della giustizia. Argomento delicatissimo che richiede, nella trattazione, equilibrio e prudemza. Che soluzioni proponi a un adolescente, dopo che scopri che nel mondo la giustizia non c'è?

Ed eccoci al racconto. Ambientato in Boemia all'inizio del 1900 l'opera racconta la storia di una bilancia che non pesa il giusto e di una comunità sconvolta dopo che un ragazzo coraggioso svela l'imbroglio che penalizza gli abitanti del villaggio e avvantaggia il potente locale.

Cominciamo col dire che i Balek, signori del villaggio, possiedono e truccano l'unica bilancia del paese, vietando a chiunque di possederne un'altra.Un ragazzo del villaggio, Franz Brücher, scopre che la bilancia è truccata e che ruba agli abitanti del villaggio 55 grammi in ogni operazione di peso. La notizia si diffonde immeditamente nel villaggio. E così i signori Balek vengono accolti con indifferenza e ostilità proprio nel momento in cui si aspetterebbero di avere applausi e riverenze durante la cerimonia che festeggia un nuovo titolo dato ai Balek dall'imperatore. E persino il parroco, dal pulpito, pronuncia un durissimo sermone contro coloro che non praticano la giustizia. La protesta della popolazione rischia di trasformarsi in una rivolta, subito sedata nel sangue dai Balak. I Brücher vengono cacciati dal villaggio e costretti a vagare in diversi paesi. Dovunque gli esiliati raccontano la loro storia ma scoprono che, in fondo, in ogni villaggio c'è una bilancia truccata e una famiglia di potenti che governa non ispirandosi a un criterio di giustizia.

La messa in scena de La Botte e il Cilindro non consiste nella semplice trasposizione teatrale del testo di Boll. Al contrario nasce dalla metabolizzazione di diversi altri testi e diversi autori, da "The Paradise Lost" di John Milton fino al "Cielo sopra Berlino" di Wim Wenders. O anche "I Quaderni di Malte Laurids Brigge" di Rainer Maria Rilke.

E un’operazione di contaminazione (per così dire) è stata compiuta anche nella scrittura drammaturgica per cui il regista ha ricalibrato i linguaggi e i registri scenici che vengono utilizzati: parola, gesto, movimento, coreografia, racconto, canzone, immagini metaforiche e scene di immediato realismo.

Il risultato è , senz’altro, di grande valore sul piano dello spettacolo. E, dato ancora più interessante, il progetto “La bilancia dell’angelo” rilancia la speranza che anche realtà con mezzi limitati (come la compagnia “La Botte e il Cilindro”) possano realizzare operazioni di buon livello teatrale contando esclusivamente sulle proprie forze.

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