La Nuova Sardegna

I negozianti sardi: «L’abusivismo è il nostro incubo»

I negozianti sardi: «L’abusivismo è il nostro incubo»

Allarme anche per la sicurezza: il 40% ritiene sia peggiorata Ma solo il 26% ha installato telecamere o sistemi d’allarme

27 novembre 2014
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CAGLIARI. I reati ai danni degli esercizi commerciali sono in calo in Sardegna, ma il 40 per cento degli operatori ritiene che la sicurezza sia peggiorata negli ultimi anni, da quando è scoppiata la crisi.

È l’abusivismo il comportamento illegale che allarma di più gli imprenditori del settore: il 55 per cento lo considera in aumento e per il 59% la presenza di venditori abusivi è il problema principale del territorio.

Ma solo il 12% dichiara di aver avuto un’esperienza diretta o indiretta di episodi criminali, secondo i dati sardi dell’indagine Confcommercio-Gfk Eurisko “Legalità mi piace” – con interviste a 162 operatori –, presentati ieri al prefetto di Cagliari Alessio Giuffrida dai presidenti provinciali e da quello regionale Agostino Cicalò.

Il 61 per cento dei commercianti interpellati rivendica comunque più protezione da parte delle forze dell’ordine, anche perché il 47% ha dichiarato di essere stato vittima di taccheggi.

Ma se un commerciante su due in Italia ha deciso di dotarsi di almeno un dispositivo di sicurezza per proteggersi dalla criminalità, in Sardegna l’ha fatto solo il 36 per cento: il 26% ha fatto installare telecamere o altri sistemi d’allarme, il 13% ha stipulato un’assicurazione, l’8% si è rivolto a una società di vigilanza privata.

Quanto al peggioramento del livello di sicurezza, la percezione dei commercianti sardi è meno accentuata rispetto ai loro colleghi del resto d’Italia. Il 53 per cento degli operatori sardi interpellati è convinto infatti che negli anni della crisi economica (2008-2013) i livelli di sicurezza siano rimasti immutati per la sua attività (47% in Italia). Un minor livello di sicurezza è invece percepito dal 40% dei commercianti, contro il 47% su base nazionale.

Cicalò segnala che in Sardegna la percentuale di redditi sottratti ai commercianti con sistemi illegali arriva al 20%, a fronte di un 12,4% della media italiana.

Interpellati su quali siano i crimini che sono aumentati di più nel periodo 2008-2013, i commercianti sardi indicano nell’ordine abusivismo (55 per cento), furti (44%), contraffazione (41%), rapine (37%), usura (28%), tangenti negli appalti (23%) ed estorsione (22%). A livello nazionale la palma del reato più temuto spetta invece ai furti (citati dal 68% degli interpellati). (r.att.)

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