La Nuova Sardegna

Le vittime e due feriti nella stessa scuola: choc all’Istituto d’arte

di Antonio Meloni
Le vittime e due feriti nella stessa scuola: choc all’Istituto d’arte

Sassari, mesto corteo degli studenti verso l’ospedale Andrea dopo il diploma si era iscritto all’Accademia

25 novembre 2014
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SASSARI. Quando la morte fa irruzione nelle aule di una scuola, la reazione è il silenzio. Troppo intenso il coinvolgimento emotivo, altrettanto forte il dolore al punto da lasciare attoniti e sbigottiti anche ragazzi apparentemente spensierati. All’Istituto d’arte la notizia è piombata in un baleno e ha sconvolto i ritmi normali di una comunità che il lunedì mattina si ritrova dopo la pausa del fine settimana.

Nessun brusio, nessuna chiacchiera, la campana d’ingresso si è sentita bene, ieri mattina, nell’androne della scuola di piazza d’Armi. Ma i compagni di Carmen, Andrea, Rita e Alison, tutti e quattro studenti del “Figari”, dopo essersi incontrati e confrontati, hanno deciso, con il consenso dei dirigenti, di andare insieme verso l’ospedale con l’intento di dare l’ultimo saluto a Carmen e Andrea e portare coraggio e conforto ad Alison e Rita ricoverate dopo l’incidente. I professori della prima ora non si sono tirati indietro e con il dirigente vicario hanno guidato il mesto corteo che da piazza d’Armi, a piedi, ha percorso viale Italia alla volta del Santissima Annunziata.

Ma le salme di Carmen e Andrea, a quell’ora, erano ancora all’istituto di medicina legale e nei reparti ospedalieri, in questi casi, l’accesso è consentito solo ai familiari più stretti. «Forse è stato meglio così – ha spiegato il dirigente vicario dell’istituto d’Arte –, erano troppo coinvolti, quasi arrabbiati per ciò che è capitato ai loro compagni».

A quel punto il gruppo si è sfilacciato e mentre alcuni sono tornati a scuola, altri non se la sono davvero sentita e hanno preferito ripiegare verso casa. I ricordi hanno cominciato a lentamente a riaffiorare e a qualcuno è tornato in mente che proprio nei giorni scorsi, Andrea – che pur essendosi diplomato l’anno scorso, passava spesso nella sua “vecchia” scuola – aveva incontrato il preside che gli aveva chiesto cosa stesse facendo: «Professò – aveva risposto entusiasta – mi sono iscritto all’Accademia di belle arti e mi trovo molto bene».

Era in B, sezione di pittura, la stessa che frequenta la sorella gemella, Rita, che si trovava anche lei a bordo della Clio uscita di strada domenica notte sulla strada per Ittiri e che in queste ore è ricoverata in ospedale.

Carmen, invece, era in quarta C, sezione di architettura, ma nelle ore libere, accantonati gli impegni scolastici, si era iscritta in una scuola per imparare la danza, di cui era molto appassionata.

Alison, anche lei in ospedale, frequenta, invece, la quarta A dove si impara a lavorare il tessuto. I ragazzi, tutti di Ittiri, erano particolarmente legati anche per via della comune frequenza dell’Istituto d’arte.

Ieri a scuola, i telefoni della direzione e della segreteria hanno squillato in continuazione, così come i cellulari: tanta gente ha chiamato per sapere e avere conferma, per capire come ha reagito la numerosa comunità scolastica alla notizia tragica dell’incidente stradale. La scuola, naturalmente, farà in modo, con discrezione, di essere vicina alle famiglie. Ci saranno corone e fiori, necrologi e lettere personali e il giorno del funerale i ragazzi del “Figari” saranno presenti in massa per dare l’ultimo saluto ai loro compagni così come faranno a turno per essere vicini, in ospedale, a Rita e Alison.

«Quella di oggi – ha detto ieri il dirigente vicario del Figari – è una giornata che non dimenticheremo facilmente, credo che ognuno di noi, pur nella condivisione di un dolore intenso, abbia motivo di riflettere su ciò che è accaduto domenica notte su quella strada».

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