La Nuova Sardegna

OLBIA

Il comitato degli alluvionati: pronti a fare causa

Antonello Palmas
Un'immagine ripresa nel quartiere di Isticcadeddu devastato dall'alluvione del 18 novembre 2013
Un'immagine ripresa nel quartiere di Isticcadeddu devastato dall'alluvione del 18 novembre 2013

Nel corso di un’assemblea gli associati si sono detti decisi a tutto per avere giustizia

19 novembre 2014
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OLBIA. Il comitato degli alluvionati di Olbia ha celebrato a suo modo l’anniversario della tragedia del 18 novembre 2013: nel corso di una assemblea nell’hotel President ha annunciato di aver affidato a uno studio legale il compito di valutare le azioni da compiere per sbloccare la questione risarcimenti per i danni subiti a causa del ciclone Cleopatra.

 Probabilmente non ci sarà una class action. Il presidente Moreno Contini ha infatti informato tutti del fatto che gli avvocati che si stanno occupando della vicenda «andando contro i loro interessi hanno spiegato che un’azione legale collettiva sarebbe lo strumento meno vantaggioso, avrebbe invece maggiore forza una serie di azioni portate avanti da vari studi legali, che lavorino in coordinamento tra loro». Prima di prendere una decisione, vogliono studiare bene alcuni aspetti, come i tempi di prescrizione e i precedenti giudiziari, cosa che stanno già facendo.

Contini annuncia che con ogni probabilità si manderanno avanti tre o quattro azioni-pilota, al cui esito si potranno poi appoggiare tutte quelle successive. Nel frattempo invita tutti gli alluvionati olbiesi a confrontarsi con i proprio legali di fiducia. Ciò che ancora non è chiaro è contro chi sarà avviata l’azione legale. E si pensa anche alla soluzione della costituzione come parte civile in eventuali procedimenti penali.

Quindi è stato presentato un progetto di mitigazione del rischio idrogeologico con due canali scolmatori che indirizzino i flussi verso il Padrongianus e Cugnana. L'hanno illustrato tre di coloro che lo hanno redatto, Andrea Demuru, Emilio Fenu, Giovanni Corrado (oltre a Nicola Tedde). Vorrebbero fosse preso in considerazione da un'amministrazione che però con il Piano di assetto idrogeologico ha già scelto una soluzione incompatibile, quella delle vasche di laminazione.

 

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