La Nuova Sardegna

L’abbraccio di Ottana, poi rotta verso Cagliari

di Kety Sanna
L’abbraccio di Ottana, poi rotta verso Cagliari

I dipendenti Meridiana attraversano i luoghi del disastro industriale sardo Oggi l’assedio al palazzo della Regione. «È una truffa, non può finire così»

17 novembre 2014
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INVIATA A OTTANA. La marcia Unica per il lavoro organizzata dai dipendenti Meridiana, che si concluderà stamattina a Cagliari nel palazzo della Regione, ieri di buon ora si è spostata da Nuoro verso la piana di Ottana (e più tardi verso il Sulcis Iglesiente), da anni segnata da una crisi economica e industriale senza precedenti. Ad annunciarla, due ciminiere alte e snelle, simbolo di un’attività che negli anni Settanta portò benessere in quel territorio e in gran parte della Sardegna, ma che ora fumano di rado. Erano gli anni in cui l’Eni fece sorgere in quell’area i migliori impianti industriali e tecnologici. Ma bastarono pochi anni e l’ente iniziò a mollare, decidendo di disinvestire e privatizzare. La storia di ieri è uguale a quella di oggi. La vertenza degli operai di Ottana Polimeri, infatti, non è altro che quella vissuta dalle tante altre aziende nate in questo angolo di Sardegna e morte subito dopo. Una vertenza che grida giustizia come quella dei 1634 dipendenti di Meridiana, dei colleghi cassintegrati della Ros Mary e della Legler, dei minatori Igea ma anche di Idea Motore..., e l’elenco è solo destinato a crescere. Ieri mattina, sotto una pioggia battente le maglie rosse degli “esuberi” della compagnia aerea della Sardegna sono state accolte dai colleghi cassintegrati della fabbrica di Ottana, unica azienda del settore chimico che ancora può produrre Pet nello stabilimento e in grado di creare economia, posti di lavoro e buste paga, insieme alla centrale idroelettrica che gli fornisce energia e servizi industriali. Eppure anche per loro, da due anni qualcosa non funziona più.

Un caloroso abbraccio tra i dipendenti Meridiana e gli operai di Ottana ha aperto questo nuovo confronto e dato vita alla terza giornata di protesta che ha raccolto solidarietà da tutto il Nuorese. Vertenze diverse ma accomunate da un unico obiettivo: muovere le coscienze di tutti i cittadini sardi e soprattutto, richiamare alle proprie responsabilità la classe dirigente che, come è stato sottolineato a più riprese, è latitante e non dà risposte. «Quella che sta mettendo in piedi Meridiana – ha detto Mauro Meloni, assistente di volo – è una vera e propria truffa ai danni dello Stato, tutta documentabile e fatta alla luce del sole. Proprio questa è la cosa più grave, perché – ha aggiunto – nonostante tutto, e non si capisce il perché, si sta legittimando questa azienda a compiere azioni che di lecito non hanno nulla. E mentre il nostro lavoro viene spostato verso altre società e dato ad altre persone, nessuno si muove per fermare la carneficina sociale. Se passa questa nuova strategia, per il mondo del lavoro è la fine». Intanto dell'inchiesta aperta dalla Procura di Tempio contro la compagnia aerea non si sa più nulla.

Non stanno certo meglio gli 88 cassintegrati di Ottana Polimeri che ieri dopo aver donato una maschera lignea dei “boes” hanno preso la parola per raccontare la loro vertenza. «Il 10 novembre – ha detto Roberto Olivas – l’azienda ci ha comunicato che a causa dell'attuale e contingente difficoltà attraversata, tutto il personale è collocato in cassa integrazione straordinaria. Purtroppo – ha continuato – troppe volte abbiamo visto colleghi che arrivati a questo punto si sono visti portare via il proprio futuro, i propri sogni. Ci siamo mobilitati, abbiamo instaurato questo presidio permanente e proseguiremo la nostra lotta in tutte quelle sedi nelle quali qualcuno ci dovrà dare prima o poi una risposta. Noi vogliamo che l’azienda, l’assessorato all’Industria, il ministero ed il governo ci dicano se credono nell'industria di Ottana e facciano il possibile per salvare quel che resta di quel sogno che proprio loro hanno fatto a pezzi. Proprio domani mattina (oggi per chi legge - ndr) alle 10 abbiamo indetto un incontro con i sindaci del territorio per parlare della crisi mentre alle 10,30 in Provincia si terrà un consiglio urgente per discutere delle emergenze di tutto il Nuorese».

Ieri, prima di salutare la piana desolata della Sardegna centrale, gli esuberi di Meridiana hanno ancora potuto toccare con mano, per l’ennesima volta in questi tre giorni, l’ospitalità dei popoli dell’entroterra: per loro un fugace ma ottimo pasto prima di risalire in macchina e continuare la marcia verso il sud dell'isola, in cerca di risposte dai governanti. «Ai quali, se non ce le dessero – promettono – chiederemo a gran voce di dimettersi».

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