La Nuova Sardegna

cagliari

Erriu: sul Ddl edilizia ascolteremo la voce dei cittadini

di Mauro Lissia
Cristiano Erriu, assessore regionale all'Urbanistica e agli Enti locali
Cristiano Erriu, assessore regionale all'Urbanistica e agli Enti locali

L'intervento dell'assessore regionale all'Urbanistica in un convegno del Pd all'Exmà: "Sono arrivate 130 relazioni". Serrato confronto tra politici, imprenditori e ambientalisti

14 novembre 2014
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C’è anche una parte del Pd che non vuole una legge regionale sull’edilizia peggiore del piano casa di Cappellacci ed ora l’assessore all’urbanistica Cristiano Erriu sembra deciso a tener conto di un’onda critica che ha raggiunto livelli di guardia: “Sono reduce da un colloquio col presidente Pigliaru durato sei ore – ha detto l’altra sera, a un’affollato incontro pubblico organizzato all’Exmà dal Pd di Cagliari – e posso dire che il Ddl edilizia sarà modificato anche in base alle 130 relazioni che ci sono arrivate, da parte di associazioni e organizzazioni di cittadini”.

 Erriu non è sceso nei dettagli tecnici delle modifiche, è apparso chiaro però che le norme più permissive a favore dei costruttori spariranno dal testo finale mentre altri aspetti del Ddl verranno riconsiderati in rapporto alle osservazioni. Un passo indietro in parte già annunciato, che l’assessore ha voluto confermare senza mezzi termini.

Dal percorso cui è destinato in consiglio regionale dovrebbe uscire quindi un testo molto diverso da quello che il consulente Aldo Vanini ha difeso davanti a una folta platea nelle vesti di rappresentante della giunta regionale,  una lunga premessa che il Pd cagliaritano gli ha concesso generosamente in linea con l’immancabile presidente dell’Ance, Maurizio De Pascale – l’associazione sarda dei costruttori – per il quale i risultati del vecchio piano (“investimenti per un miliardo,  dodicimila occupati nel periodo”) sono stati incoraggianti e si deve proseguire in quella direzione “per creare lavoro al di là delle ideologie”.

Ma a parte gli entusiasmi dei costruttori, il Pd – che ha intitolato l’incontro “il nuovo piano casa”, una sorta di lapsus volontario – ha dovuto incassare anche il fuoco amico, perché il testo del Ddl con le ampie concessioni ai resort sulla fascia dei trecento metri, le cubature nei centri storici e il rilancio di un articolo 13 del vecchio piano casa già in odore di incostituzionalità piace poco persino a sinistra: “Non ero d’accordo col piano casa di Cappellacci e non posso essere d’accordo con questo disegno di legge – ha tagliato corto Paolo Frau, assessore all’urbanistica di Cagliari – perché basta guardare sulle terrazze della città per vedere quali effetti devastanti ha provocato”.

 Frau ha richiamato alla prudenza: “Questo è il momento di difendere il nostro paesaggio costiero e anche quello urbano”. Una presa di distanze netta, molto apprezzata dai rappresentanti delle associazioni ecologiste. Come Maria Paola Morittu di Italia Nostra, la cui posizione di forte dissenso è emersa chiara ancora una volta: “Questo Ddl è fondamentalmente illegittimo – ha detto – e malgrado il Pd l’abbia chiamato con lo stesso nome è nettamente peggiore di quello varato dalla giunta Cappellacci. D’altronde basterebbe leggere oggi le dichiarazioni critiche che i rappresentanti del Pd rilasciarono contro il vecchio piano casa e confrontarle con le posizioni di oggi”.

Poi gli aspetti tecnici: “E’ una legge ma è un piano a tutti gli effetti – ha spiegato Morittu – che va quindi sottoposto alla valutazione ambientale strategica. L’articolo 13 è illegittimo,  secondo gli impegni del governo regionale doveva essere abrogato e invece ritorna peggiorato in un testo chiaramente incostituzionale”. Un esempio: “Se il piano Cappellacci offriva un aumento del dieci per cento sulla volumetria dei resort nella fascia dei trecento metri dal mare, adesso diventa il 25 per cento e vi rientrano le piscine. Mi sembra che questo dia un’idea chiara della direzione in cui si vuole andare”.

Duro anche Vincenzo Tiana di Legambiente: “L’economia della Sardegna si rilancia solo all’interno di un sistema pianificatorio – ha sostenuto – e i fatti di Olbia, come quelli più recenti di Genova, dimostrano che senza regole si producono soltanto disastri. Il sistema delle costruzioni va incentivato, ma lavorando sulla rigenerazione delle periferie urbane e scommettendo sulla qualità urbana”.

L’architetto ed ex assessore all’urbanistica nel comune di Cagliari Gianni Campus ha contestato l’impianto del Ddl (“siamo di fronte a un semplice viagra edilizio”) e ha ironizzato sulla norma che stabilisce cubature-premio anche nei centri storici a chi ha in casa un disabile: “Io ho qualche problema di deambulazione – ha spiegato Campus – ma non per questo ci sto a fare da grimaldello per ottenere interventi su edifici storici”.

Adesioni articolate al contenuto del Ddl sono arrivate da rappresentanti del mondo dell’impresa, com’era ampiamente prevedibile: Mario Binaghi del Confapi Sardegna ha sottolineato la necessità di “semplificare le norme per ridurre i tempi che vanno dalla progettazione delle opere alla loro realizzazione” mentre Antonio Sardu della Lega delle cooperative ha insistito sul bisogno di case, in particolare a Cagliari: “Non è vero – ha detto – che la richiesta non c’è, in realtà non c’è richiesta di case per ricchi. Servono invece abitazioni per giovani coppie e per coniugi a basso reddito, ecco perché serve rilanciare l’edilizia convenzionata”.

  Per Luca Sanna, ingegnere, il vecchio piano casa ha prodotto “solo effetti collaterali” ma a suo giudizio è indispensabile rivedere le regole perché mancano anche gli effetti positivi della superpianificazione. Secondo Sanna sarebbe utile incentivare la demolizione-ricostruzione e superare questa fase in cui ogni progetto è insostenibile. Come dire che sono necessarie regole chiare e certe, una posizione condivisa anche dall’Ance.

 

 

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