La Nuova Sardegna

abbanoa si difende

«Acqua privatizzata? Non è detto»

«Acqua privatizzata? Non è detto»

E la società regionale nega anche di trovarsi in difficoltà finanziarie

14 novembre 2014
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CAGLIARI. Ora Abbanoa nega di trovarsi in difficoltà finanziarie («non esistono») e sostiene che la scadenza del contratto di convenzione anticipata secondo le indicazioni della commissione europea al 2025 «non comporterà automaticamente la privatizzazione del servizio idrico» nonostante sia la delibera 35 del 28 agosto 2013 firmata dal presidente Ugo Cappellacci a prevederlo in termini chiari ed espliciti («l’apertura al mercato dei servizi idrici in Sardegna alla scadenza della concessione, mediante una gara aperta, trasparente e non discriminatoria»). Secondo la nota diffusa ieri e non firmata «i Comuni, cioè i soggetti che hanno titolo ad affidare il servizio (sono anche proprietari delle reti e degli impianti) possono scegliere fra tre diverse opzioni: l"in house" cioè l'affidamento della gestione ad una società interamente pubblica partecipata dagli enti locali, la ricerca di un operatore privato oppure una società pubblica che sceglie un partner privato attraverso una procedura di gara». Queste sono per Abbanoa «le tre ipotesi, che hanno piena legittimità e diffusione in Europa e sono collegate a diverse visioni sullo svolgimento di un servizio così importante come quello idrico». Ipotesi che «sono affidate alla libera scelta dei sindaci che al momento della scadenza della convenzione decideranno che strada imboccare». Per Abbanoa infine «non esistono conti in disordine e insolvenza» ma al contrario «i conti sono in ordine, le attività di lettura dei consumi, fatturazione ed incasso si stanno attestando su valori stabili (va ricordato che Abbanoa è ora una delle poche aziende che legge sistematicamente ogni sei mesi i contatori e che fattura esclusivamente consumi certificati), le attività operative sono presenti in tutti gli angoli dell'Isola spesso apprezzate per la loro tempestività».

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