La Nuova Sardegna

Vertenza entrate: duello contabile

Vertenza entrate: duello contabile

Cappellacci: hanno capito che è una patacca. Paci: nessuna retromarcia

13 novembre 2014
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CAGLIARI. Cappellacci di prima mattina: «Seppure dopo quattro mesi persino il centrosinistra si è reso conto che l’accordo sul pareggio di bilancio dal 2015 in poi era ed è una clamorosa patacca ai danni della Sardegna». La decisione della Giunta di rinegoziare col Governo le clausole ha ridato fiato alla protesta dell’ex governatore da sempre contrario al patto Pigliaru-Padoan. Ma è arrivata subito è la replica dell’assessore al Bilancio, Raffaele Paci: «Nessuna retromarcia e neanche un disconoscimento dell’accordo firmato con il ministero dell’Economia. Sono solo cambiati degli aspetti, chiamiamoli incidenti di percorso, ed è su quelli che abbiamo deciso di riaprire il confronto con lo Stato, perché li riteniamo contrari allo spirito dell’intesa raggiunta a luglio». Secondo l’assessore, da ritrattare ci sono ad esempio i 97 milioni di accantonamenti chiesti in più dallo Stato con l’ultima Finanziaria del governo Renzi, oltre i 570 milioni già previsti come contributo per risanare il debito pubblico nazionale. «Non può essere solo questo che la Giunta deve rivendicare – ha ribattuto Cappellacci – quell’accordo va proprio stracciato: è stata una follia firmarlo. La linea finora seguita dalla Giunta è stata sconfessata in questi mesi dai fatti imposti da un Governo tutt’altro che amico. Quella Finanziaria deve essere impugnata davanti alla Corte costituzionale, per evitare che la Sardegna finisca sotto scacco nel 2015 e nei prossimi anni». In una sorta di botta e risposta a distanza, Paci ha replicato a sua volta: «Con la soluzione trovata per i 230 milioni di riserve erariali, che ci sono stati appena abbuonati dalla Ragioneria generale dello Stato, abbiamo stabilito un principio importante: i futuri aumenti delle tasse per abbattere il debito pubblico pagati dai sardi resteranno in Sardegna, tra l’altro siamo stati l’unica Regione ad aver ottenuto questo trattamento». Per poi aggiungere: «Certo, resta la questione dei 97 milioni e soprattutto la partita aperta sul riconoscimento degli arretrati su Ires, giochi e riserve finanziarie, 600 milioni dal 2010 in poi e 120 milioni a regime, ma è un capitolo che riguarda la Vertenza Entrate ancora aperto e non l’accordo di luglio». La polemica è andata avanti e Cappellacci ha ricordato all’assessore: «L’accordo però di fatto ha costretto la Sardegna a rinunciare al miliardo e 200 milioni dovuto e questo accade perché la Giunta ha deciso di ritirare tutti i ricorsi. Abbiamo prima subito una rapina, in silenzio, poi ci siamo accorti di essere stati beffati e ora dobbiamo ribellarci». Nessuna ribellione ci sarà per l’assessore: «Riapriremo la trattativa solo su alcuni punti precisi senza disconoscere l’accordo come del resto avviene in qualsiasi negoziato». A chiudere il faccia a faccia è stato Cappellacci: «Smentire Paci è sempre più difficile, ma solo perché è bravissimo a farlo da solo, capace com’è di cambiare opinione ogni ora». Ma fra i due ci saranno certo altri «duelli contabili», nei prossimi giorni. (ua)

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