La Nuova Sardegna

Al via la discussione sui superburocrati

In aula il confronto è sulla riforma scritta dall’assessore agli Affari generali Gianmario Demuro

13 novembre 2014
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CAGLIARI. Da una riforma all’altra. Senza avere neanche mezz’ora di tempo per metabolizzare la prima, quella sulla sanità, il Consiglio regionale ha preso subito di petto il disegno di legge che dovrà «restituire efficienza» agli uffici della casa madre, la Regione. È la riforma scritta dall’assessore agli Affari generali, Gianmario Demuro, rivista in commissione e su cui da ventiquattr’ore l’Aula ha cominciato a discutere. Con le contrapposizione viste anche sulla sanità: il centrosinistra da una parte, l’opposizione dall’altra. Sarà un altro dialogo impossibile, anche se il presidente della Giunta nella conferenza per salutare l’arrivo della legge sulla sanità ha detto: «Se arriveranno, siamo sempre pronti ad ascoltare le buone idee». Per ora anche sulla Regione 2.0 si è vista solo la contrapposizione. È e sarà così su tutti gli articoli che dopo sedici anni, l’ultima legge sul personale è del 1998, ridisegneranno la mappa della burocrazia, riassegneranno ruoli, renderanno possibile la mobilità fra gli uffici, cancelleranno il vizio dei premi autoreferenziali per i dirigenti e molto altro ancora, compresi i nuovi commissari per le ex Province. Su ognuno di questi passaggi si è soffermato il relatore di maggioranza Salvatore Demontis del Pd: «Vogliamo passare da una Regione basata sulla produzione di atti, secondo il modello tipico degli anni '90 che allontana i cittadini e gli investitori, a una basata finalmente sui risultati». Ma neanche questo approccio è bastato alla minoranza per cambiare parere. Stefano Tunis (Forza Italia) ha ribattuto: «È un’operazione di bio-meccanica appesa al nulla e dagli effetti incerti soprattutto con un altro potere del Consiglio, quello di organizzare la macchina regionale, trasferito alla Giunta». Accusa ripresa da Mario Floris (Uds), tra l’altro ex assessore al Personale nella giunta Cappellacci: «Passiamo dalla Regionale presidenziale a una dirigenziale, dove i burocrati avranno un mondo tutto loro, in cui cittadini saranno ancora una volta schiacciati». Marcello Orrù del Psd’Az ha liquidato la riforma «come una legge sbagliata che arriva in ritardo e alla fine ha solo l’effetto di commissariare la politica». A rispondere per primo alla minoranza è stato il presidente della commissione Riforme, Francesco Agus di Sel: «Vogliamo spazzare via le rendite di posizione e veti incrociati, perché solo così potremo recuperare il rapporto con i cittadini oggi profondamente logorato, mentre è indispensabile ridare credibilità e autorevolezza alle istituzioni». Poi l’intervento dell’assessore Demuro: «Il nostro è un primo passo strategico per evitare che la Regione continui a essere una bolla separata dal mondo esterno, mentre il corretto uso delle risorse pubbliche è l’elemento chiave per restituire al cittadino ciò che dà attraverso le tasse». La settimana prossima comincerà il dibattito sul testo e gli emendamenti. Il voto finale sarà fra mercoledì e giovedì, poi in aula arriverà un’altra riforma, quella sugli Enti locali. (ua)

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