La Nuova Sardegna

Sì alle low cost e al Ppr via le Province e le Asl

di Alfredo Franchini
Sì alle low cost e al Ppr via le Province e le Asl

Il pensiero del governatore Francesco Pigliaru nell’incontro con i Riformatori: «Dobbiamo cancellare la burocrazia e sull’edilizia servono interventi di qualità»

12 novembre 2014
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CAGLIARI. «La politica sta cambiando e sviluppo vuol dire cambiamento. Mi piace questo incontro dove si parla di problemi senza pregiudizi ideologici». Esordisce così Francesco Pigliaru in un incontro inusuale tra il presidente della Regione e un partito dell’opposizione, i Riformatori, i quali hanno organizzato un botta e risposta su dieci temi: burocrazia, urbanistica, turismo, cultura, trasporti, Fondazione Banco di Sardegna, abolizione delle Province, Autonomia, Industria e Sanità. Il confronto è stato proficuo con molti punti in comune e poche discordanze. Quello che segue è il riassunto del confronto.

Burocrazia. Il peso della burocrazia - spiega il presidente -fa fuggire investimenti più di quanto non incidano i divari dei trasporti o dell’energia: «Noi ne siamo consapevoli e quando c’è un investitore abbiamo solo una possibilità: mettere al tavolo il presidente della Regione per una sorta di accompagnamento dell’investitore contro i rischi della burocrazia. È quello che è stato fatto per il San Raffaele». Il nodo centrale – denuncia Pigliaru – è il frazionamento della responsabilità. Da qui l’esigenza di semplificare.

Urbanistica. Quando si parla di edilizia ci sono elementi di irreversibilità e questo porta alla prudenza: «Se consumo paesaggio è un dato definitivo non nella cultura della sinistra diffidente ma nell’analisi economica. Qualcuno pensa che nel 2009 il Centrosinistra ha perso le elezioni per il piano paesaggistico? Poi le ha anche vinte». Pigliaru spiega che la scommessa è il passaggio a Nord-Ovest, cioè difficile, tra un’azione che preserva il paesaggio ma consente di creare lavoro con l’edilizia. «E la risposta dell’amministrazione deve essere certa. Oggi ci sono troppi ambiti di discrezionalità».

Piano casa.Sul piano casa, il presidente della giunta regionale ribadisce che attorno all’urbanistica si può creare molto lavoro attorno al tema della qualità piuttosto che quantità: «Noi stiamo dando incoraggiamenti quantitativi andando contro un tabù di una certa parte della sinistra, siamo pronti a confermare le premialità ma vogliamo anche incentivare la qualità con questi premi».

Turismo. I riformatori pongono sul turismo il problema della stagionalità. «Bisogna fare un discorso realistico su tre aspetti», dice Pigliaru, «i fattori di attrazione diversi da quelli delle città d’arte, i trasporti e anche gli esercizi ricettivi che sono pensati solo per i due mesi estivi». È un circolo vizioso, spiega Pigliaru, una cosa spinge l’altra in modo negativo ed è qui che si deve intervenire. «Mi sembra pazzesco che la differenza di temperatura nei paesi del Nord è massima quando quei turisti non vengono in Sardegna».

Cultura. I Giganti di Mont’e Prama possono viaggiare per fare da ambasciatori della Sardegna e all’Expo dovranno essere presenti in qualche forma. Si tratta di capire se potranno essere trasportati o se invece ci si dovrà affidare al lavoro predisposto dal Crs4.

Trasporti. Sui collegamenti con La Maddalena e Carloforte, Pigliaru è chiaro: «I pasticci con Saremar non li ho fatti io. Se oggi avessimo una società sana la soluzione sarebbe più vicina ma in passato qualcuno ha fatto politiche demagogiche coi soldi pubblici».

Low cost. Le divergenze con i Riformatori ci sono sul ruolo dei low cost: «Dobbiamo pensare bene alla continuità territoriale due», dice Pigliaru, «il mondo sta favorendo i low cost e poi le compagnie, oggi, o sono low cost o non sono... Ryan Air e Easy Jet hanno trovato modi per ridurre i costi anche se alcuni di questi modi sono discutibili. La convergenza sarà su un sistema efficiente. La politica della giunta – ribadisce Pigliaru – è di dare pari opportunità a tutti. La continuità territoriale nel passato escludeva dal bando le low cost: «D’ora in poi pari opportunità per tutti, chi accetta gli oneri di servizi ottiene i diritti della continuità territoriale». Bandi aperti a tutti, nessun protezionismo, sostiene Pigliaru. «I low cost hanno avuto un impatto positivo per la Sardegna anche se non è il modello che risolve tutto».

Credito. Il presidente Pigliaru risponde alle domande sulla Fondazione: «Lo Statuto era stato disegnato per dare una soluzione stabile, penso che ci sia stato un eccesso di messa al riparo della Fondazione dalla società. Forse è diventata un po’ autoreferenziale, ma non sarà il caso di scrivere uno Statuto diverso?» suggerisce Pigliaru ai Riformatori ai quali ricorda che le istituzioni hanno diritto di nomina di molti componenti: «Il primo modo per chiamare alle responsabilità è dire a ognuno di questi organi: indicate persone competenti e indipendenti. La responsabilità va distribuita, se poi tutti si inchinano di fronte al presidente di turno della Fondazione allora si consolida il suo potere».

Province. Sulle riforme degli enti locali, Pigliaru è chiaro: «Province? No grazie. Servono le Unioni dei Comuni».

Sanità. «Se pensate che venga a dirvi una Asl unica mai, vi sbagliate», dice Pigliaru, «se pensate che l’attuale pezzo di riforma che sta passando significa che ci saranno le stesse Asl di prima vi sbagliate perché, se fosse così, non ci sarebbe più questo presidente della Regione. Sul numero ragioneremo».

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