La Nuova Sardegna

Dipendenti Arst intascavano i soldi dei biglietti: indagati in sei

Il parco macchine dell'Arst
Il parco macchine dell'Arst

In tre anni il gruppetto si sarebbe appropriato di 150mila euro

08 novembre 2014
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CAGLIARI. Sei addetti alla biglietteria dell’Arst, l’azienda regionale del trasporto pubblico, devono rispondere di peculato aggravato per aver intascato nell’arco di tre anni - tra il 2010 e il 2013 - circa 150 mila euro complessivi ricavati dalla vendita dei tagliandi anzichè versarli come avrebbero dovuto fare ogni giorno nelle casse dell’azienda.

Chiuse le indagini, il pubblico ministero Giangiacomo Pilia ha messo a disposizione di indagati e difensori gli atti del procedimento penale, tra venti giorni - dopo eventuali interrogatori o altri atti difensivi - dovrebbe partire la richiesta di rinvio a giudizio.

La vicenda è semplice: incassati dai passeggeri i corrispettivi dei titoli di viaggio, i sei dipendenti - stando alle accuse della Procura - si guardavano bene dal depositarli, come avrebbero dovuto, negli uffici dell’azienda. Una parte dei soldi veniva consegnata regolarmente, ma un’altra rimaneva nelle loro tasche.

Finchè all’interno dell’Arst, dopo alcuni controlli, qualcuno si è accorto degli ammanchi e ha disposto una verifica interna. E’ bastato mettere a confronto il numero dei biglietti staccati e le sequenze degli incassi per capire che qualcosa doveva essere accaduta: mancavano all’appello migliaia e migliaia di euro e non è stato difficile individuare i responsabili degli ammanchi.

Trovate le conferme sono partite le denunce ed ora la vicenda diventerà l’oggetto di un processo penale. Dovranno difendersi dall’accusa di peculato Claudio Scano (44 anni), Diego Sarais (32 anni), Roberto Degioannis (54 anni), Ignazio Casula (57 anni), Antonio Chessa (56 anni) e Giorgio Cannas (59 anni) che verranno difesi dagli avvocati Enrica Anedda Endrich, Gianluca Calafiore, Giovanni Fara e Stefania Ambu.

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