La Nuova Sardegna

CAGLIARI. Un’altra riforma in arrivo: è quella che dovrà superare il commissariamento del servizio idrico integrato. Soppressa nel 2013 l’Autorità d’ambito (Ato), le funzioni dovranno essere riorganizzate prima del 31 dicembre. Il primo passo lo ha fatto la Giunta: su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha approvato il disegno di legge che propone l’istituzione dell’Ente di governo d’ambito e la riorganizzazione definitiva del sistema di governo dell’acqua in Sardegna. L’ente sarà, come lo era l’Ato, a monte di Abbanoa e deciderà sui piani d’investimento e le tariffe.

Il testo sarà trasmesso al Consiglio regionale per l’approvazione e disegna una «stretta collaborazione» fra Regione e Comuni, per rafforzare il ruolo pubblico nella gestione del servizio. Oltre a confermare che la Sardegna è delimitata in un «unico ambito territoriale», il nuovo ente si occuperà di programmare, organizzare e controllare come viene gestito il servizio idrico, ma senza una gestione diretta, confermata ad Abbanoa. Organi del nuovo ente saranno il Comitato istituzionale e le conferenze territoriali. Del primo faranno parte i tre assessori ai Lavori pubblici, Enti locali e Industria, due componenti scelti dai Comuni capoluogo, altrettanti in rappresentanza di quelli sopra i 10mila abitanti, due scelti tra i sindaci dei centri fra i 3mila e i 10mila abitanti e due scelti fra i primi cittadini dei piccoli comuni con meno di 3mila abitanti. A nominare gli amministratori locali sarà il Consiglio delle autonomie locali, mentre il presidente del Comitato sarebbe eletto fra i suoi stessi componenti. A capo della struttura burocratica dell’Ente sarà il direttore generale dell’agenzia del Distretto idrografico della Sardegna.