La Nuova Sardegna

SASSARI. Non si arresta l'escalation del Pecorino Romano: da una settimana ha toccato il prezzo record degli 8,60 euro al chilo, di conseguenza il latte deve essere pagato ai pastori a più di 1,10 euro a litro. Nuova richiesta di ritocco del prezzo del latte da parte della Coldiretti che rileva che il formaggio leader della Sardegna continua a salire proprio quando nel mercato viene immessa la maggior quantità di produzione dell'annata agricola scorsa. Il Romano, infatti, viene venduto con oltre cinque mesi di stagionatura e marzo, aprile e maggio sono i mesi di maggior produzione di latte ovino. Per il presidente regionale della Coldiretti, Battista Cualbu, «è l'ennesima conferma di quanto andiamo dicendo da tempo, gli industriali caseari devono adeguare il trend positivo del prezzo del Pecorino Romano a quello del latte. Per questo i nuovi contratti non potranno essere inferiori a 1,10 euro a litro. Non consentiremo che anche quest'anno il lavoro dei pastori sia remunerato di meno di quanto non lo sia quello dell’industria di trasformazione». Secondo la Coldiretti l'anno scorso, a causa della mancata corrispondenza tra prezzo del latte e formaggio, i pastori hanno perso introiti per oltre 50 milioni di euro. Non possiamo continuare ad essere chiamati, nel nome del mercato, a fare squadra solo per i sacrifici e dimenticati quando le cose vanne bene. Le annate buone lo devono essere per tutti - continua Cualbu - sono anche il momento giusto per fare programmazione. L'egoismo e l'improvvisazione forse pagano nel breve periodo, ma a lungo andare danneggiano tutta la filiera». La Coldiretti insiste nel percorso abbozzato a Santa Giusta con tutte le parti del comparto «affinchè il prezzo del latte sia adeguato al mercato e perché si dia vita ad un Piano di Regolazione dell'offerta per il Pecorino romano».