La Nuova Sardegna

Avvistato un corpo sul fondo del lago

di Nadia Cossu

L’allarme lanciato a tarda sera da alcuni turisti che lo avrebbero scorto con l’ecoscandaglio: oggi proseguiranno le ricerche

02 novembre 2014
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TULA. «In fondo al lago c’è la sagoma di una persona con una canna da pesca». La segnalazione, almeno fino a ieri notte, non poteva certo dirsi attendibile considerato che proveniva da alcuni pescatori che però, all’arrivo dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine, non erano presenti sul posto. E così, senza coordinate precise e per di più con il buio, i sommozzatori non hanno potuto far altro che rinviare le ricerche a questa mattina.

Tanto è bastato però per mobilitare una squadra di soccorsi che solo all’imbrunire ha potuto raggiungere il lago Coghinas, nella zona di Tula. Troppo tardi, quindi, per avviare le ricerche.

L’allarme è partito nella serata di ieri quando una telefonata ha allertato vigili e carabinieri: alcuni turisti pescatori durante un giro in barca sul lago avrebbero visto con l’ecoscandaglio una sagoma che, a loro dire, aveva le sembianze di un uomo. A quel punto hanno chiamato i soccorsi ma non hanno fornito indicazioni dettagliate sul punto esatto in cui sarebbe avvenuto l’avvistamento. Le squadre dei sommozzatori stamattina cominceranno le ricerche per capire se quella segnalazione sia o meno attendibile.

Al momento non risulterebbero persone scomparse ma il condizionale è ancora d’obbligo. Per tutta la notte i carabinieri hanno piantonato il lago e oggi parteciperanno alle ricerche.

Nel Coghinas in passato sono morte alcune persone: ad agosto del 2004 Mario Arghittu, 36 anni, di Nughedu San Nicolò, era scivolato in acqua nel tentativo di recuperare la lenza incagliata. Il nipote Davide, di 19 anni, si era gettato nelle acque limacciose per aiutare lo zio. Purtroppo erano morti entrambi, annegati a due metri dalla riva.

A giugno del 2005 un’altra tragedia: Pietro Manuel Arba era morto ad appena 16 anni nella zona di ponte Frassu (Tula). Aveva chiesto allo zio il permesso per fare il bagno ma dopo pochi minuti si era trovato in difficoltà, probabilmente a causa di un malore. Lo zio, che non sapeva nuotare, aveva tentato di aiutarlo lanciandogli una canna da pesca alla quale aggrapparsi. Ma Pietro Manuel non ce l'aveva fatta, i sommozzatori dei vigili del fuoco avevano trovato il suo corpo a dieci metri dalla riva, adagiato a tre metri e mezzo di profondità.

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