La Nuova Sardegna

I pazienti: riformare le Asl solo per migliorare le cure

di Pier Giorgio Pinna
I pazienti: riformare le Asl solo per migliorare le cure

I rappresentanti delle associazioni hanno paura di nuove carenze nell’assistenza «Con i commissari i ritardi crescerebbero, no a spoil system nei servizi essenziali»

31 ottobre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Attenzione e critiche. Dai pazienti sardi arrivano segnali precisi: «Anziché perdere tempo su come ridistribuire le poltrone di comando e coordinare le riforme tra Asl ed Enti locali, i politici dovrebbero occuparsi molto di più delle esigenze dei malati, delle nostre necessità primarie, delle priorità per garantire sempre un'assistenza efficiente», dicono in tanti. E sono gli stessi che in questi giorni seguono le discussioni sui riassetti della sanità in consiglio regionale.

Michele Calvisi è nato a Bitti, ma da anni vive a Sassari, dov'è presidente per l’isola dell'associazione che s'interessa di chi soffre di celiachia e diabete. «Per un malato è intollerabile doversi fare carico della mala-burocrazia – sostiene – Il 14 novembre è la giornata mondiale del diabete. E noi saremo in prima fila davanti ai presìdi sanitari. Per protestare. I medici di base prescrivono per noi i microinfusori, strumenti che nelle 24 ore consentono la distribuzione dell'insulina nell'organismo. Ma le Asl non ce li forniscono o ce li danno con gravi ritardi», incalza. «Questa e altre sono le vergogne che fanno arretrare la nostra terra, altro che parlare delle mappe per ridisegnare i confini delle Asl», conclude con amarezza.

Quando si toccano certi tasti, nell'isola, c'è un fattore di valutazione da tenere sempre presente: questi sono temi che in ogni famiglia interessano tutti, Perché, prima o poi, chiunque avrà a che fare con i servizi sanitari. Specie in una regione segnata da una serie di patologie più diffuse che altrove: dal diabete al favismo, dalla sclerosi alla Sla.

Durissimo, in difesa degli ultimi, Aldo Meloni. A Sassari è promotore e motore della Casa della fraterna solidarietà, oltre che presidente regionale dell'associazione Alice per la lotta all'ictus cerebrale. «La rivoluzione in un settore così delicato deve partire dalle grida di dolore della gente – attacca – Di che cosa credete si preoccupino gli ammalati? I pazienti e le loro famiglie sono terrorizzati all'idea che adesso in tutte le Asl possano subentrare i commissari. Perché questo significa rallentare le procedure. Mentre la programmazione degli interventi dovrebbe sempre essere assicurata in maniera costante. Senza tempi morti e senza… persone morte».

Almeno nel caso della sanità, poi, secondo Meloni si dovrebbero evitare le logiche da spoil system: «I dirigenti dovrebbero essere scelti da tutti perché sono bravi e onesti, non perché fanno riferimento a qualche partito». «E i soldi per le cose importanti devono esserci sempre», continua. «Com’è possibile che in una realtà come Sassari ci sia un'unica unità operativa per il recupero dopo gli ictus da 6 posti letto e non 10?», si domanda Meloni. «Ecco, per riformare la sanità, bisognerebbe partire da queste cose – afferma ancora – Il resto? Questioni secondarie: agli ammalati non interessano. Per niente».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Comune

Sassari, terremoto politico in giunta: fuori l’ex M5S Laura Useri

Le nostre iniziative